Finalmente ci siamo: siamo giunti alla fine della complicata vicenda. Finalmente mettiamo le mani su quelle che sono le verità dietro alle complesse vicende che si erano delineate nella scorsa puntata.
Avevamo lasciato Nico (Giorgio Colangeli) incarcerato a Lubiana, accusato, ingiustamente, dell’omicidio della prostituta che era col marito di Elena (Virna Lisi) al momento in cui questi era morto. E’ necessario un intervento dall’alto, dato che la situazione n on semrba immediatamente risolvibile.
Ecco il deus ex machina: giungono a Lubiana niente meno che il Commissario Ragusa (Massimiliano Benvenuto) e il Giudice Claudia Marsili (Helene Nardini) che scagionano completamente Nico dall’accusa di omicidio nei confronti della prostituta slava; riescono quindi tutti a far ritorno a Milano.
Le cose però sono tutt’altro che risolte: rimangono in sospeso numerose faccende, in particolare il ruolo di Martina, così stranamente centrale, in tutta questa vicenda. Perchè le danno la caccia? Inoltre Elena è molto preoccupata per la situazione di salute del figlio Paolo.
Il povero Paolo (Flavio Montrucchio) si era infatti sentito male nel venire a conoscienza della relazione extraconiugale della moglie, e contemporaneamente nel venire a sapere che questa oltre tutto è pure incinta.
La situazione è destinata tuttavia a precipitare in breve: Nico rivela che accanto al cadavere della prostituta è stato trovato un foglietto con un numero di cellulare e, ahimè, il numero di cellulare è proprio quello di Martina (Claudia Zanella).
La figlia di Elena, perennemente in fuga e/o scomparsa, si trova quindi in grave pericolo, e chiaramente solo all’ultimo momento viene tratta in salvo.
L’ultima parte della puntata è un turbinio di false piste, nuovi omicidi e rivelazioni sconvolgenti, ma Elena finalmente riesce, con l’aiuto dei figli, a districare completamente tutti i nodi di questa complessa vicenda.
A quel punto, è l’Eden: i sospetti reciproci cadono, le menzogne e le incomprensioni, almeno nelle intenzioni, cessano di contaminare la felicità della famiglia. Elena e Martina riescono quindi a recuperare il loro rapporto perché finalmente hanno capito di potersi fidare l’una dell’altra, per sempre.
Così per lo meno sembra. La vicenda si conclude, e su questo non c’è dubbio. Il finale tiene abbastanza col fiato sospeso, anche se c’è un sentore molto poco inconscio che le cose si sistemeranno; alcuni espedienti adottati nella trama sono anche troppo, palesemente privi di suspence, e questo fa pedere lievemente il ritmo al finale.
A mio avviso il tutto mantiene un ritmo abbastanza sostenuto, ma soprattutto alla “luce propria” di Virna Lisi che, confermando l’impressione che avevo avuto all’inizio della serie, si presenta come la colonna che regge veramente tutto.
Una vicenda gradevole, con qualche personaggio poco credibile, e con una totale assenza di cautela nel raccontare una situazione familiare martoriata, e il conseguente tentativo di recupero.
Questa è la parte che preferisco: passa, infatti, un il messaggio che lottare contro un nemico comune, che in fin dei conti in qusto caso è rappresentato dal non conoscere la realtà delle cose, riesca a riunire il non apparentemente riunibile.