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Reality, l’unica via del successo?


Cosa spinge un attore dotato di buona fama a gettarsi nella mischia di uno strampalato reality? La riflessione è venuta spontanea leggendo la lista di coloro che quest’anno partecipano a L’isola dei Famosi, l’ultima spiaggia, è il caso di dirlo, per artisti mancati, soubrette in cerca di popolarità, vecchie glorie incapaci di accettare una carriera ormai al capolinea. Ma se sei annoverato tra i doppiatori più noti, tra l’altro senza il complesso dell’anonimato, ovvero delle voci nell’ombra, di cui soffre la categoria, dando saggio di buona recitazione come attore di fiction, approdare in un contesto che vive sulla pelle di aspiranti a una fama effimera che senso ha?

Possiamo capire un Aldo Busi scrittore di successo, eccentrico quanto basta per mettersi sempre in discussione, ma se Luca Ward, la voce de Il Gladiatore tanto familiare ai cinefili per una celebre frase del film, decide di cedere ai richiami ammaliatori di un reality, allora l’unica conclusione e che qualcosa sta cambiando e non in meglio nel mondo dello spettacolo nostrano: è il definitivo sdoganamento del nulla in qualcosa che a stento riusciamo a pronunciare: consacrazione definitiva.

Quando il genere reality esplose all’incirca dieci anni fa con il primo Grande Fratello, dopo l’entusiasmo iniziale dovuto alla novità, furono tutti concordi nel definirlo vacuo, un espediente macina ascolti per affezionati al voyeurismo più sfrenato, altrettanti non avrebbero auspicato che sarebbe durato tutto questo tempo, con indici di gradimento più che lusinghieri come accade all’edizione attuale extralarge. Col tempo l’insignificante programma oltre a dare un alito di popolarità a gente poi sparita o riciclata ha consentito ad alcuni (pochi a dir la verità) di divenire attori di successo come Luca Argentero. Mai artista affermato avrebbe potuto permettersi di proporsi in siffatti programmi, pena l’essere additato ed esposto al pubblico ludibrio della categoria, ad oggi non è più cosi, i reality sono tristemente ambiti anche da chi un tempo ne avrebbe fatto volentieri a meno.

Studiare, studiare, studiare dice Alessandra Bellini di recente intervistata da noi a proposito dell’iter necessario per approdare alla carriera artistica, concetto difficile da affermare se poi allo stato attuale devi concederti alle telecamere in uno squallido teatrino, dove tutto vale tranne una solida preparazione a posteriori. Cosa dovrebbe dire un Luca Lazzareschi, attore teatrale di eccelsa bravura, praticamente sconosciuto al grande pubblico televisivo, di fronte alle frotte arrembanti di aspiranti artisti, bramosi di gloria a buon mercato?

E’ la negazione della cultura in un Paese che ne trasuda in ogni dove, in cui il patrimonio artistico è tra i più ricchi al mondo ma pochi sono ormai in grado di percepirne l’incanto. Ora siamo giunti all’apoteosi, la fama non è mai troppa neanche per coloro che ne hanno giustamente diritto, allora meglio andare sull’Isola a coprirsi di ridicolo, da quel momento però tutte le porte ci saranno aperte: che tristezza!

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