Ieri sera è andata in onda la seconda puntata di C’era una volta la città dei matti. Margherita (Vittoria Puccini) crede di avere una nuova vita insieme alla madre Angela (Valentina Sussi), ma la realtà è ben diversa, perchè la madre la obbliga ad abortire.
Franco (Fabrizio Gifuni) ha un incontro con Michele Zanetti presidente della provincia di Trieste. L’uomo concorda con il suo pensiero per quanto riguarda i manicomi. Gli chiede di farne parte per migliorare la situazione. Nel frattempo, Franco viene a conoscenza della situazione in cui si ritrova Boris (Branko Dujric), rinchiuso nel manicomio criminale di Aversa.
L’uomo va a Trieste per cercare di capire com’è la situazione e vi ritrova per l’ennesima volta Margherita. Le chiede di suo figlio e la ragazza gli risponde di averlo perso. Il direttore Basaglia ha un dialogo con i pazienti dell’ospedale psichiatrico di Trieste e spiega loro che la situazione potrebbe cambiare per loro in meglio. Franco chiede ed ottiene il trasferimento a Trieste di Boris. I pazienti iniziano a chiedere i propri diritti. Nasce cosi l’associazione dei lavoratori uniti. Nascono anche dei laboratori teatrali che tengono impegnati i pazienti. Anche l’infermiera Nives (Michela Cescon) manifesta la sua volontà di lavorare al fianco del direttore Basaglia a Trieste.
Boris fa conoscenza con Lampo (Thomas Trabacchi). Sono molte le persone che lavorano (anche come volontari) all’interno dell’ospedale psichiatrico. Nives ha uno scontro con la figlia di una paziente di nome Bianchina, che non ha intenzione di riceverla. Questo è il motivo che spinge Nives ad andare a prendere Margherita. L’infermiera, una volta arrivata a casa sua, si rende conto che la madre Angela l’ha rinchiusa in camera. Motivo per cui, decide di portarla via con sè.
E’ grazie a questo episodio che Franco viene a conoscenza del fatto che la madre l’abbia fatta volutamente abortire. Margherita fa la conoscenza di un cantante americano. Si iniziano a realizzare spettacoli all’interno dell’ospedale psichiatrico per cercare di rendere la vita dei pazienti più leggera.
Viene indetto un processo contro l’ospedale psichiatrico, dal momento in cui sono stati somministrati degli estrogeni usati come anticoncezionale. Anche Nives ha problemi nel suo rapporto con il marito, che la minaccia di denunciarla per abbandono del tetto coniugale, ma senza sortire alcuna paura nell’infermiera che è pronta anche a separarsi da lui.
Lampo, dopo un diverbio con la madre ed il fratello, viene arrestato. La stampa è adirata e fa continue critiche sull’operato del direttore all’interno dell’ospedale psichiatrico. Viene redatto un programma per l’apertura del primo centro di salute mentale. Franco non è concorde con l’iniziativa di Guido, ma quest’ultimo ha deciso di andare avanti nonostante tutto.
I pazienti si trasferiscono in una vecchia caserma. E’ qui che nasce il primo centro di salute mentale. La madre di Margherita è in gravi difficoltà economiche e senza casa e la ragazza non le nega il suo aiuto. Non tutti gli abitanti sono contenti della loro presenza. In preda ad una crisi di nervi, Angela cerca di soffocare con il cuscino Margherita.
La ragazza comprende che il motivo di tanto odio è il fatto di essere stata concepita prima del matrimonio motivo per cui per sua madre (molto credente) la sua presenza è quasi inaccettabile. Nonostante ciò, Margherita (che sta vivendo una relazione con l’americano Alexander) viene a sapere di essere incinta e lo vuole riferire al padre, ma non fa in tempo perchè Alexander è andato via, lasciandola da sola.
Intanto, Lampo, dal manicomio criminale viene trasferito nel centro di salute mentale. Si trova su una sedia a rotelle. Durante la battaglia contro i manicomi, Franco apprende del rapimento di Aldo Moro, e della sua morte rivendicata in seguito dalle Brigate Rosse. Il direttore non si sente molto bene.
In preda ad una crisi per essere stato rifiutato dal proprietario di un’abitazione insieme alla fidanzata Mara, Boris viene calmato da Basaglia e da Guido. L’infermiera Nives è triste perchè i figli le sono stati tolti e sono stati affidati al padre, ma cerca di reagire stando il più vicino possibile a Margherita che dovrà affrontare la nuova esperienza di madre.
Viene approvata la chiusura del manicomio a Trieste. Durante il festeggiamento il direttore Basaglia (che ha intenzione di andare a Roma per continuare la sua battaglia in altre regioni), ha un malore e viene portato in ospedale. Lo psichiatra sente che il suo malessere è dovuto un tumore al cervello. La moglie Franca (Sandra Toffallatti) gli sta vicino. Basaglia muore nel 198o.