Questa sera su Raiuno va in onda la prima parte de Il sangue dei vinti, la miniserie in due puntate diretta da Michele Soavi, interpretata da Michele Placido, Alessandro Preziosi, Barbora Bobulova e Alina Nedelea, ispirata all’omonimo libro di Giampaolo Pansa, presentato fuori concorso al Festival di Roma 2008, che narra una storia fratricida che si svolge negli ultimi mesi del fascismo e della seconda guerra mondiale.
Il 19 luglio 1943 a Roma viene bombardato lo scalo ferroviario a San Lorenzo e più di duemila persone perdono la vita. La bomba ha fatto crollare anche un palazzo dove il commissario Francesco Dogliani (Michele Placido) ha ritrovato il cadavere di Costantina (Barbora Bobulova), una giovane prostituta uccisa con un colpo di pistola. I pochi indizi rimasti a Dogliani lo portano prima ad indagare sul convinvente, l’antifascista Foresi (Valerio Binasco), poi sulla sorella Anna (ancora Barbora Bobulova) e il suo amante il funzionario del ministero Nardi (Massimo Poggio). Col passare delle settimane Mussolini viene destituito e gli antifascisti vengono messi in libertà. A schierarsi con la resistenza c’è Ettore (Alessandro Preziosi) un ex militare che si stava interessando della morte del marito di sua sorella Lucia (Alina Nedelea). Giorno dopo giorno, settimana dopo settimana Dogliani continua a pensare al caso di Costantina, ma deve occuparsi anche dei conflitti familiari che si sono creati con la caduta del fascismo: mentre Ettore fa parte della resistenza, Lucia si è andata ad arruolare nell’esercito della Repubblica di Salò.
Il film, contestato dagli ex partigiani dell’Anpi, fu difeso, quando uscì, da Michele Placido:
È delicato, tocca una materia ancora esplosiva. Fermo restando che la Resistenza è un valore fondante della Costituzione, oggi, e lo dico anche per le giovani generazioni, è tempo di ricostruire. Fare polemiche preventive è sbagliato siamo in democrazia, credo. Le proteste dell’Anpi non le condivido. Non penso che si possa parlare di apologia di fascismo o di neofascismo. Siamo andati a toccare una storia vista per la prima volta da un’altra focale, ritengo giusto che la tv si ponga al servizio di posizioni discordanti.
Il regista Michele Soavi Aggiunse:
Nel film si parla di Resistenza ma anche di Guerra civile, quindi di fratelli che uccidono i fratelli, come in Il vento che accarezza l’erba di Ken Loach. Anch’io da antifascista mi interrogo su quelle verità che abbiamo preso per certe senza ombra di dubbio. Nessuno vuole riscrivere la storia né aggiornarla. Semplicemente, lontani da pregiudizi politici, e senza voler vilipendere avversari di qualunque colore essi siano, ho fatto un film che vuole toccare corde emotive diverse e più profonde, con uno sguardo morale che vuole evitare polemiche.
Se cercate una storia forte, che possa farvi riflettere, se volete vedere un film che legge in modo differente gli avvenimenti che hanno caratterizzato il nostro passato più recente, non perdetevi questa sera alle 21.30 e domani alle 21.10 su Raiuno Il Sangue dei vinti.
La sagra delle fiction girate alla “evviva il parroco”. Il finale degno di Heidi.regia da matrimonio. A regì… ma cambia mestiere!