Daniele Luttazzi torna in Rai per rilasciare un’intervista a RaiNews24 e non si limita a parlare del suo spettacolo teatrale, Vai dove ti porta il clito, ma lancia bordate contro la politica che impedisce di fare satira in televisione e controlla, attraverso le amministrazioni locali, anche i cartelloni teatrali.
Il comico, parlando della sua attività a sette anni di distanza dall’editto bulgaro che lo estromise dalla Rai, dice:
Sono andato a letto presto … ho avuto tantissimo da fare in realtà. Vale la pena ricordare che l’editto bulgaro all’epoca riguardava la Rai all’epoca e da allora non ci ho più rimesso piede. Avevo un programma televisivo che era la versione italiana del Letterman Show, è stato interrotto e da allora non ho più potuto rifarmi. Mi dispiace molto perché sono capacino a fare le mie cose e quindi mi dispiacerebbe molto non poterlo fare in un futuro. Ma io sono ottimista, come dicevano i Rolling Stones il tempo è dalla nostra parte. Ed è una coincidenza fortunata, secondo me, il fatto che io sia qua (in Rai, ndr) e lui a Sofia, in Bulgaria… Ciao Silvio …
Riguardo la difficoltà di fare satira in teatro dice:
Fare satira è facilissimol problema è arrivare ai luoghi di comunicazione di massa, la televisione in particolare che è quella più potente in Italia, non a caso Berlusconi la presidia ancora mano militari, insomma. A teatro ultimamente ci sono molte difficoltà anche arrivare a teatro, perché regioni intere ti proibiscono di arrivarci in qualche modo. C’è un controllo politico anche sulle programmazioni teatrali, sui cartelloni, direttamente o indirettamente attraverso le banche e le pubblicità … oppure arrivi per esempio in località come Parma l’anno scorso con il mio monologo spostato a 20 km da Parma perché c’erano le elezioni amministrative e dopodiché andai in un teatro più piccolo, con anche un danno economico. E’ un continuo quindi il problema è arrivarci a teatro. Una volta che sei a teatro puoi dire quello che vuoi, perché la satira è un diritto costituzionale, come si sa, in tutti i paesi democratici.
Tornando sull’anomalia della satira televisiva in Italia Luttazzi aggiunge:
La cosa anomala per l’Italia è che non puoi farlo liberamente in televisione. Questa è un’anomalia che va denunciata, perché i miei colleghi coetanei in Francia, in Inghilterra, in America si divertono moltissimo a fare battute di satira sull’attualità e sui potenti delle loro nazioni. Noi in Italia ne siamo impediti in televisione… è un guaio.
Vi lascio all’intervista in cui Luttazzi parla anche dei fondi per lo spettacolo (“La cultura è osteggiata, perché fa pensare”), del suo rapporto con internet e del suo libro, La guerra civile fredda, in cui racconta e spiega la tecnica della narrazione emotiva, tecnica in America scoperta trent’anni fa, quella che permette a chi non fa gli interessi del popolo ad essere votato.