Ogni pubblico ha la tv che si merita? La risposta dovrebbe essere affermativa, considerate le condizioni precarie in cui riserva il piccolo in schermo da diversi anni, dove col termine precario ci si riferisce alla qualità in continua discesa dei programmi e relativi contenuti. C’è chi riconduce il processo di decadimento della tv in Italia, alla nascita delle emittenti commerciali e alla loro necessità di fare cassa, un appiattimento verso il basso da cui neanche la Rai è immune ma che anzi nel tempo ha visto la Tv di Stato uniformarsi alle esigenze di mercato, assumendo di fatto le sembianze degli allora rivali (lo sono ancora?).
Tracciamo una breve cronologia delle dichirazioni che negli anni si sono susseguite nell’avvalorare la tesi che l’imbarbarimento televisivo sia un dato di fatto. Nel 1992 Giorgio Gori allora direttore di Canale 5 afferma:”La tv è un eccezionale specchio sociologico: andiamo in giro per le case degli italiani e scopriremo che la televisione non è altro che un’ immagine fedele del Paese“, dichiarazione che ci sentiamo di condividere. A favore della tesi che la tv è cambiata e non in meglio personaggi da cui non ci si aspetterebbe, per ovvi motivi, simili commenti come Valeria Marini che nel gennaio 1999 dichiara: “Tv volgare, si poteva evitare nelle feste di Natale. Meglio lo show tradizionale, Baudo e Mike. Vorrei tornare ai tempi di Canzonissima“, quell’anno Domenica In aveva proposto con relativa scia di polemiche un balletto di ragazze a seno nudo.
Nel 2003 viene pubblicato un interessante studio di Eta Meta Research, che intervista 130 esperti tra psicologi, pubblicitari e linguisti e conduce un monitoraggio delle reti nazionali per individuare ogni quanti minuti, in media, viene pronunciata una parolaccia o un’espressione volgare. A preoccupare gli esperti, sono soprattutto le parolacce (58%) e i gestacci (43%). Anche le frasi piene di doppi sensi sono viste come un pericolo dal 39%, e disturba pure il frequente e smisurato ricorso alle espressioni dialettali (31%). Solo il 13% si lamenta invece delle volgarita’ legate agli sketch e ai doppi sensi dei comici.
”E’ innegabile che la tv oggi sia diventata sempre più volgare -afferma Marco Mignani, direttore creativo di Euro Rscg MCM – ma ancor più grave è l’effetto che può avere sui bambini. Nessuno si preoccupa più di tutelarli di fronte a certe immagini e certi spettacoli che non si possono che definire sconsiderati. La degenerazione della televisione italiana e del suo linguaggio è un fatto preoccupante, soprattutto pensando agli effetti che i media possono avere su un pubblico più giovane”.
Nel 2006 il premio Nobel Dario Fo afferma :”Dobbiamo pensare a un futuro della tv in cui il palinsesto sia costituito da programmi che si distaccano dalla banalità e dalla volgarità, dal gusto basso e sciatto. Io sto lavorando ancora per la televisione, ma bisogna permettere soprattutto ai giovani, a coloro che hanno nuove idee, di inserirsi in maniera strutturata e non sporadica“.
A oggi dobbiamo registrare la presa di posizione di 750 monache Clarisse le quali hanno pregato perchè la tv sia meno scadente e l’ennesima stigmatizzazione del Moige (Movimento Italiano Genitori) nei confronti della showgirl argentina Belen Rodriguez rea di mettere troppo in mostra il suo corpo ed in particolare il lato “b” durante la trasmissione Sarabanda, in onda in una fascia oraria in cui anche i più piccoli sono davanti alla tv. Tutti d’accordo allora: la tv italiana va cambiata, ma come? Si accettano proposte.