Il futuro della società è cosmopolita, dove le varie razze nel rispetto reciproco e delle leggi vigenti nella nazione che le ospita riescono comunque a conservare la loro identità culturale, in questa ottica prendono piede anche in Italia due canali arabi rivolti al pubblico dei più piccoli Al Jazeera Children’s Channel (Jcc) e Baraem ovvero “Boccioli” Tv, rispettivamente sui canali 690 e 691 di Sky, obiettivo “educare divertendo“, come conferma a Repubblica l’ executive general manager, Mahmoud Bouneb, alle spalle una carriera maturata tra la tv svizzera e quella olandese, oltre a varie esperienze nei media arabi.
“Jcc è un canale di edutainment, cioè education e entertainment, il primo del genere nel mondo arabo– aggiunge Bouneb- è stato fortemente voluto da Sheikha Mozah Bint Nasser al Missned (moglie dell’Emiro del Qatar) per creare uno spazio dove le giovani generazioni potessero confrontarsi con genitori, istituzioni, educatori. I giovani rappresentano la gran parte della popolazione nel mondo arabo, eppure a questa alta percentuale non viene dedicata la giusta attenzione da parte dei media. Noi vogliamo una rete che dia finalmente la parola ai ragazzi“.
Quanto ai contenuti veri e propri Al Jazeera Children’s Channel si occupa di intrattenimento puro con programmi di sport, tecnologia, film, telefilm e lo scopo di trasmettere i valori culturali arabi agli adolescenti, mentre l’altro canale del gruppo Al Jazeera, Baraem Tv creato a fini educativi, si rivolge al pubblico di giovanissimi tra 3 e i 6 anni. “Le altre reti arabe sono inondate di cartoni animati -afferma Bouneb- noi vogliamo un canale diverso, che presenti contenuti educativi, ma divertendo. Per questo produciamo il 40% del nostro palinsesto, il resto lo acquistiamo sul mercato internazionale, soprattutto da produttori indipendenti“.
Destino vuole che la veste grafica e i promo di entrambi i canali, siano frutto dell’ingegno tutto italiano di due abruzzesi, Massimo Baliva e Alessandro Di Pancrazio, i quali facendo di necessità virtù e con l’obiettivo di guadagnare qualcosa in più di 1200 euro al mese, si sono trasferiti sia pur a malincuore nel Paese arabo che ha saputo valorizzare il loro ingegno.