Catherine Spaak, attrice francese, con numerose esperienze televisive (ad esempio Forum e Harem) e seriali alle spalle (Questa è la mia terra) spara a zero sul mondo dei reality e dei talent show, cosa che aveva fatto anche Giorgio Pasotti qualche giorno addietro (fonte La stampa).
La concorrente dell’edizione 2007 di Ballando con le stelle, dimenticando i suoi trascorsi alla corte di Milly Carlucci , dice:
Che effetto mi fa la formazione artistica nei talent-show? Mi fa ridere! La tivù crea dei personaggi, non degli artisti. Magari sono anche divertenti, ma non hanno niente a che vedere con chi intraprende seriamente questo tipo di lavoro. È la fabbrica della popolarità, non c’entra con gli artisti, non ne produce. Quelli che partecipano ai talent show vanno bene a inaugurare qualche discoteca. Sono stati scoperti anche cantanti validissimi, è vero, ma sono eccezioni, altrimenti sono ‘personaggi’ che finiscono in qualche mese, o in qualche anno. Una vera e propria scuola non può essere un reality. Il video trasforma e manipola le persone e i ragazzi rischiano di avere problemi per le illusioni che si creano: la popolarità improvvisa che sfuma lascia molta amarezza. C’è un consumismo di volti e persone molto negativo, e con i giovani può essere deleterio.
Catherine Spaak ha torto solo perché fa di tutta un’erba un fascio: i reality e i talent show sono due mondi differenti, uno dove partecipano persone che non per forza hanno capacità artistiche, uno in cui i concorrenti selezionati sono dei cantanti o dei ballerini che, a prescindere dal programma, avrebbero tentato di fare della loro passione un lavoro.
Di contro, non si può chiudere gli occhi di fronte a verità come la scarsità, al di fuori dei reality, di operazione di ricerca dei talenti in Italia, l’eccessivo agonismo che fa perdere il senso ludico del programma e l’eccessivo carico di aspettative che generano reality e talent.