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Vanished – (la serie) scomparsa

Vanished è una serie decisamente statunitense che nella sua terra d’origine ha avuto un successo mediocre, tanto da essere sospesa prima del termine. Ci viene quindi proposta, alle 21:10 in piena prima serata, nella nostra Italia della pizza e delle soap.

La serie presenta diversi punti in comune con un’altra, più famosa e di maggiore successo: la mitica 24, anche se è assente dal set di personaggi un protagonista del calibro dell’invincibile Jack Bauer.

“Svanita”, è la traduzione del titolo. Ma chi è svanita? Ed ecco la prima analogia con 24: una figura importante della politica minacciata da una proababile, intricata cospirazione. Si tratta del senatore Jeffrey Collins (John Allen Nelson).


A scomparire è proprio sua moglie, Sara Collins (Joanne Kelly), in circostanze apparentemente inizialmente “normali”, almeno se ci troviamo a parlare di rapimenti.

La scomparsa di Sara è accompagnata da quella apparente della figlia del senatore, e figliastra della svanita, Marcy Collins (Margarita Levieva), ed ecco un altro punto in comune con 24: una figlia con un ruolo chiave. Qui la scomparsa però è solo apparente.

La ragazza si trova infatti a casa del ragazzo, Ben Wilson, (Christopher Egan), che in una scena abbastanza spassosa viene catturato davanti a un pubblico numeroso e alla stampa mentre, in casa sua, trascorreva momenti di intimità con Marcy.

Ma sarà davvero del tutto innocente? che fine ha fatto Sara? Sulle sue tracce si mettono due agenti prestanti : si tratta dell’agente Lin Mei (Ming-Na) e del pettinatissimo agente Michael Tyner (Esai Morales). Due persone che appaiono subito intelligenti e competenti, con sufficiente sangue freddo per affrontare anche le situazioni più complesse.

Ma evdentemente non hanno idea del fiume che stanno per attraversare: un fiume di guai. Si tratta infatti di una situazione di crimine apparentemente “standard”, che in realtà pare nascondere qualcosa di molto più grande e più grave.

La serie secondo me è carina. Il tema del complotto che emerge a partire dalla cima dell’iceberg è ancora, a mio avviso, un punto in comune con 24, e questo non guasta.

E’ intrigante l’impressione di scoprire un tumore esteso a partire da una lieve escoriazione. E più si scava, più ci si scontra con la complessità della situazione.

Anche la stampa cerca di cogliere l’occasione per pubblicare il servizio della vita, lo scoop che dà la svolta alla carriera: il tutto impersonificato nella spregiudicata Judy Nash (Rebecca Gayheart), che partecipa onnipresente a tutti gli eventi principali della vicenda.

La serie è stata scritta da Josh Berman, creatore di C.S.I., e prodotta da Paul Redford e Mimi Leder (John Doe, ER), che si occupa anche della regia.

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