Se ve lo state chiedendo, no! Questo non è un sogno. Avete assolutamente capito bene e sembra che il duo Massimo Boldi e Christian De Sica stia davvero realizzando il nuovo cinepanettone e che avrà il titolo di “Natale su Marte” ci troviamo di fronte ad una svolta epocale nella saga dei cinepanettoni, un qualcosa che volerà fuori dall’orbita terreste in tutti i sensi. Alla regia come sempre i Neri Parenti.
Che non sia il preludio di una saga ambientata nello spazio? (Come? Qualcuno ha detto Star Wars?) Perché ormai le vette raggiunte dal cinema italiano in quest’ambito sono appena diventate insuperabili, addirittura si innalzano fin sopra Marte il pianeta rosso. E volete sapere com’è nata l’idea che a quanto pare prenderà piede secondo le parole di Christian De Sica al messaggero? Come racconta nell’intervista “Gigi Proietti mi prendeva in giro dicendo: avete fatto film ovunque nel mondo, il prossimo dove lo farete su Marte? Lo abbiamo preso in parola ed infatti il film uscirà durante le vacanze di Natale come di consueto a cavallo con con gennaio 2021 e sarà ambientato in un resort su Marte. Nel film interpreto Mario Sinceri, che di sincero non ha nulla perché dirò un sacco di fregnacce. Il film è diviso in due episodi dove ad un certo punto mio figlio verrà risucchiato da un buco nero e tornerà con le fattezze di Massimo Boldi” e qui la citazione ad Interestellar è proprio chiara… che livelli!
Ma non finisce qui la fantasmagorica produzione Warner, Indiana e Cattleya ha fornito per l’occasione, data la difficoltà del girare un film nella situazione attuale, lo stesso schermo LED Wall a 360° usato anche per girare la serie The Mandalorian di Star Wars. De Sica ha commentato la cosa con entusiasmo “è un periodo difficile per girare film all’estero e quindi ci siamo dovuti inventare tutto a cinecittà per le scene su Marte. Con questo LED Wall potremmo appunto adempiere alla realizzazione. Certo faccio il tampone ogni settimana e ad ogni scena bisogna disinfettare tutto, ma alla fine ce la faremo. È la prima volta per il cinema italiano ricorrere ad una tecnologia del genere”