Torniamo a parlarvi della polemica scatenata dal passaggio su Sky del film Shooting Silvio, perché l’emittente satellitare ha voluto precisare la motivazione della cancellazione della seconda e della terza replica (che dovevano essere trasmesse ieri): niente censura, ma solo scelta tecnica.
Sky fa sapere che è una prassi che loro usano spesso con i programmi e film che vanno in onda sulla loro piattaforma quando il risultato dei primi due passaggi non è convincente.
Non sono mancate le reazioni, questa volta da sinistra e non solo: il senatore del Pd Vincenzo Vita parla di onda lunga della destra arrivata a buon fine, mentre il regista Berardo Carboni parla di fatto grave, sostenendo che la sua opera sia stata sospesa perché proposta in un momento non opportuno, e aggiunge:
è una scelta libera di Sky, ma è il segno di un potere immanente. Sono preoccupato se questo potere tocca anche Sky, l’unica tv che negli ultimi anni ha dato visibilità a registi giovani e indipendenti e, insieme al ministero della Cultura, ha di fatto consentito la sopravvivenza del cinema giovane.
L’associazione dei Centoautori fa sapere che considera la cancellazione del film come:
un atto intimidatorio, di cui Sky si fa portatore forse inconsapevole, conseguenza del pesante clima nel quale sono costretti a lavorare oggi autori, comici, docenti, giornalisti, ricercatori, scienziati e scrittori. Quanto a Sky, che motiva con ragioni di audience la cancellazione dal palinsesto, non può certo nascondersi che la decisione è stata presta a stretto giro di posta dopo le proteste di alcuni esponenti del Partito della Libertà.