Torna Fuori Luogo lunedì 25 luglio alle 23.40 su Rai 1, con un nuovo appuntamento intitolato Etna, seguendo il fuoco.
In questa puntata Mario Tozzi si reca sull’Etna, il vulcano attivo più alto d’Europa, amato e allo stesso tempo temuto da tutti gli abitanti dell’area etnea che sono orgogliosi della loro montagna di fuoco, ma anche inevitabilmente esposti a rischi.
Per questo si chiede: continuare a vivere e costruire in un territorio bellissimo e unico al mondo come l’Etna è una sfida contro la natura o una scelta irrazionale?
La prima tappa del viaggio in Sicilia sarà Cefalù (PA), suggestiva località di mare gravemente colpita dagli incendi che hanno devastato le aree verdi dell’isola all’inizio di questa estate.
Grazie a uno speciale strumento, un vetrino prospettico che consente di disegnare sulle linee del paesaggio, si cercherà di capire come si sviluppano gli incendi e quali danni creano al futuro del territorio.
Ma chi sono i responsabili dei roghi dolosi? È la domanda che verrà fatta al presidente del Parco dei Nebrodi Giuseppe Antoci che, dopo aver strappato alla mafia migliaia di ettari di terreno pubblico, pochi mesi fa è stato vittima di un attentato a colpi di arma da fuoco.
Proseguendo il viaggio verso l’Etna, si risaliranno le pendici del vulcano per raggiungere lo scenario delle colate del 2002-2003, l’eruzione che gli studiosi chiamano perfetta per la gran quantità e varietà di fenomeni a cui ha dato luogo.
Ma gli uomini che vivono a ridosso del vulcano sono in grado di affrontarne la forza distruttrice? Si può combattere contro un’eruzione e sperare di vincere? Per rispondere a queste domande si guarderà un altro versante dell’Etna, quello in cui, nel 1983, una minacciosa colata di lava venne deviata a colpi di esplosivo.
Raggiunta la città di Catania, si cercherà di capire meglio come funziona un vulcano grazie a esperimenti realizzati in piazza tra la gente.
Verrà spiegato in modo chiaro e divertente qual è l’importanza dei gas durante un’eruzione e quali differenze ci sono tra i vulcani di tipo esplosivo e quelli di tipo effusivo. Sempre grazie a un vetrino prospettico, si capirà anche come funziona la gigantesca camera magmatica dell’Etna e perché produce tipicamente eruzioni laterali.
A Catania, dunque, tutto sotto controllo? No, affatto, perché questa è la città in cui è avvenuto il più violento terremoto italiano, più forte ancora di quello del 1908 a Reggio Calabria e Messina, il più distruttivo di tutti che rase al suolo la città e uccise i due terzi della popolazione del tempo.
Catania è dove si aspetta il Big-One italiano: la città è in grado di reggere? La popolazione e la bellezza della città sono in pericolo?