Paolo Genovese ha sbancato il botteghino e conquistato premi su premi con la commedia amara Perfetti sconosciuti.
Il regista romano è intervenuto come ospite anche al Giffoni Film Festival 2016 e ha detto la sua sul cinema italiano.
Un’annata buona non basta a farlo rinascere, se rinasce è perché in realtà continua a morire.
Ha dichiarato il regista intervistato da Sky Cinema suggerendo il modo per cambiare il pubblico.
Quanto più aumenti la base di un pubblico colto, in termini di audiovisivo, tanto più crei l’industria. Potrebbe essere uno strumento formativo eccezionale, ma non si educa più alla qualità: la pirateria non solo toglie circa il 30% del mercato a un film, ma abitua alla bassa qualità dell’immagine e del sonoro. Anche qui c’è una responsabilità delle Istituzioni: i ragazzi non riescono a percepire l’illegalità e questo è un problema per il cinema italiano.
E non manca qualche anticipazione sui prossimi progetti.
Stranamente ho solo il titolo, Il primo giorno della mia vita. Non ci sarà l’amaro cinismo di Perfetti Sconosciuti, anzi sarà il contrario, sarà molto positivo. Probabilmente nasce come reazione a questo momento, in cui tutto il mondo sembra andare a fuoco. Ho voglia di fare un film sulla bellezza della vita. E secondo me per fare un film internazionale non c’è bisogno di andare fuori, il tema deve essere internazionale. Penso, ma non ho ancora deciso, di girarlo fuori dall’Italia perché ho bisogno di un crocevia di culture, dove l’interrazialità e la multiculturalità siano credibili. Un luogo come New York, Londra, Shangai. Il cast lo sto pensando, forse sarà un misto di italiani e stranieri, vedremo…