Va in onda martedi 27 maggio e mercoledi 28 maggio su Rai 1 la fiction in due puntate sulla vita di questo personaggio straordinario che è Don Zeno Saltini (1900-1980).
Si tratta sicuramente di una delle figure di religioso più importanti del secolo scorso, dato che ha dedicato interamente la sua vita a perseguire, a volte con enormi sacrifici, ma sempre con tenacia, i suoi ideali fino in fondo.
Don Zeno. L’uomo di Nomadelfia cerca quindi di riassumere in due puntate alcuni tra gli eventi più importanti di questa vita rocambolesca, spesa tra il conflitto su vari fronti, e la tensione verso la felicità degli altri, e il miglioramento della vita delle persone in difficoltà.
Si tratta di uno di quei casi in cui immancabilmente la grandezza del personaggio giunge quasi a sovrastare gli altri aspetti della fiction. Si ha infatti l’impressione che la vita di Don Zeno Saltini sarebbe interessante a prescindere dal “formato” tramite la quale viene raccontata.
Sembra comunque che Gianluigi Calderone, il regista, sia riuscito a fare un buon lavoro di ricostruzione, considerando anche il fatto di dover per forza fare una selezione tra gli innumerevoli eventi che hanno caratterizzato la vita di Don Zeno.
Una selezione non facile, a dire il vero: Don Zeno ha vissuto in prima persona le peculiarità del novecento, con le guerre in prima linea. Dopo aver interrotto gli studi a quindici anni per lavorare nell’azienda agricola di famiglia conosce infatti le teorie socialiste grazie al contatto col mondo dei braccianti.
E’ poi costretto, nel 1917, ad imbracciare il fucile per dare il suo contributo durante la Grande Guerra. Un’esperienza che lo segnerà per sempre, in primis perchè in questo tetro contesto conobbe l’importanza dell’istruzione.
La fiction inizia con Zeno Saltini (Giulio Scarpati) in procinto di laurearsi in legge; questi viene tuttavia in contatto con una realtà di bambini costretti a vivere nella degradazione, costretti al furto per sopravvivere.
Per questo non riesce a vedere il suo lavoro di avvocato come sufficiente al fine di contribuire a risolvere quella situazione drammatica, quindi finisce per prendere i voti.
Diventa quindi parroco di San Giacomo Roncole, un paesino che rappresenta l’inizio della sua vita di salvatore dei meno fortunati.
Il suo è un modo di fare innovativo, che conquista gli animi dei paesani, e risulta inviso all’autorità fascista, facendogli rischiare addirittura il tribunale speciale. I modi alternativi, l’introduzione del cinematografo, sono tutti elementi di novità che contribuisono a risollevare per lo meno il morale.
Tuttavia la crisi economica imperversa e Don Zeno crea debiti su debiti, le difficoltà aumentano e l’orizzonte si fa sempre più grigio. Ma la sua forza non accenna a diminuire, l’obiettivo è sempre lì, in fondo al suo personale orizzonte.
Accanto a Giulio Scarpati troviamo il giovane e capace Alfio Sorbello nei panni di Don Valentino, l’amico di Don Zeno; poi Isabella Briganti nei panni di Irene, Nicolas Tenerani nei panni di Barile, Stefano Cenci nel ruolo di Nelusco, Federica Bern nei panni di Teresa, Anna Gigante è Serena, Sergio Meogrossi è invece Dario.