Il 30 giugno molto probabilmente la Rai non rinnoverà gli accordi con Sky e uscirà dal satellite, rinunciando ai 57 milioni che Murdoch paga alla tv pubblica, rinunciando a 7 milioni di entrate pubblicitarie e rinunciando all’attivo di qualche milione di euro prodotto da Raisat (formato da Extra, Premium, Cinema, Gambero, Smash e Yoyo), tutto questo, probabilmente, per tornare sul satellite con Mediaset e Telecom Media (La7), che però ha il problema del decoder, che sarebbe differente da quello che cinque milioni di famiglie hanno utilizzando Sky.
La paura principale degli spettatori è quella di perdere trasmissioni qualitativamente valide e soprattutto il David Letterman Show (che potrebbe finire su Skyuno), la cui opzione concessa alla Rai (che l’ha fatto conoscere agli italiani proponendolo su RaSat e Rainews24) dalla CBS scade in questi giorni. Quelle secondarie riguardano il rischio di non vedere la Rai per chi non ha una buona copertura col digitale terrestre e quello di ritrovarsi il canone del prossimo anno aumentato.
Il consiglio di amministrazione della Rai, intanto, fa sapere di non aver mai preso la decisione di lasciare la piattaforma Sky (anche se le voci si susseguono) e il consigliere Nino Rizzo Nervo rassicura sull’esito delle future trattative:
Rai non può perdere i diritti del ‘Letterman Show’ che, grazie a Raisat, ha conquistato ormai da dieci anni un suo pubblico anche in Italia. Intanto, a differenza di quanto scrivono oggi alcuni giornali, né il vecchio consiglio di amministrazione né quello nuovo hanno mai preso la decisione di scendere dalla piattaforma Sky: ci sono accordi in scadenza ma resto convinto che le trattative per il loro rinnovo andranno a buon fine. Continuo a ritenere, infatti che un servizio pubblico televisivo deve essere presente con la sua offerta editoriale su tutte le piattaforme: si può decidere sul ‘come’ esserci ma non sul ‘se’.
Quale sarà il futuro satellitare della rai? Lo sapremo tra meno di tre mesi. Incrociamo le dita.