Il sistema televisivo in toto, nella fattispecie quello italiano è giunto ad una svolta epocale, il tradizionale concetto di diffusione televisiva con l’avvento del digitale terrestre viene stravolto a favore di una migliore qualità del segnale unita a una maggiore offerta di cui l’utente non potrà che beneficiarne. Finalmente da qualche giorno l’Italia può contare anche su regole certe circa l’intero processo di digitalizzazione del Paese. Ricorderete come nel 2006 la Commissione europea avviò una procedura d’infrazione, ritenendo che la legislazione italiana non soddisfacesse gli obblighi imposti dalle norme Ue sulla concorrenza, ravvisando delle restrizioni ingiustificate alla prestazione di servizi di radiotelediffusione e vantaggi agli operatori analogici esistenti.
Ora in seguito all’emanazione della delibera per il passaggio al digitale del sistema televisivo, l’Unione Europea ha sospeso la procedura di infrazione contro l’Italia. Lo ha annunciato il presidente dell’Autorita’ per le garanzie nelle comunicazioni (Agcom) Corrado Calabro’, che ha aggiunto “Le risorse trasmissive sono un bene pubblico destinato a soddisfare l’interesse della collettività. In questi anni è sempre stata auspicata una definizione di regole che garantissero la certezza del diritto e il rispetto dei principi costituzionali e comunitari nell’interesse del pluralismo e della concorrenza. Il percorso avviato va in questa direzione. I successivi atti che adotteremo serviranno a completare quella che mi auguro sia la cornice giuridica di riferimento per il futuro sistema televisivo italiano con una regolamentazione ben diversa dalla connotazione incerta che essa aveva assunto in passato.”
Ma cosa sancisce la delibera che ha tolto l’Italia dalle acque limacciose e scomode in cui si era cacciata? Le 21 reti nazionali in tecnica digitale (DVB-T) saranno così suddivise: 8 reti saranno destinate alla conversione delle attuali reti analogiche; 8 reti saranno dedicate alla conversione in singola frequenza delle attuali reti digitali esistenti che oggi utilizzano il sistema della multifrequenza; all’esito della conversione dell’attuale sistema televisivo nazionale risulterà disponibile un dividendo nazionale di 5 reti. Questo dividendo, spiega ancora l’Agcom: “Verrà messo a gara con criteri che garantiranno la massima apertura alla concorrenza ed alla valorizzazione di nuovi programmi. Alla gara saranno ammessi tutti i soggetti operanti nello spazio economico europeo”.
Alla luce dei fatti Rai e Mediaset scendono da cinque a quattro multiplex, Telecom da quattro a tre, ma tutti saranno ammessi alla gara per l’assegnazione di due delle cinque reti del dividendo digitale. “Rai e Mediaset – ha spiegato Calabro’ – potranno aggiudicarsene non più di uno e in tal caso dovranno cedere il 40% della capacita’ trasmissiva a fornitori terzi di contenuti indipendenti. Telecom, l’operatore che subisce la decurtazione maggiore, potrà aggiudicarsi entrambe le reti e dovrà comunque cedere il 40% di una di esse a soggetti terzi”.
Comunque, in base alla delibera, “tutte le reti analogiche passano in digitale, non solo quelle degli operatori maggiori, ma anche di soggetti minori come Rete A, Retecapri, Europa 7 e Europa Tv”. Le delibere di attuazione che definiranno i dettagli dell’operazione saranno pronte: “entro maggio”, ha assicurato il Garante, mentre per quanto riguarda la gara, che deve essere indetta dal ministero dello Sviluppo economico, Calabro’ ha auspicato: “che si tenga entro l’anno”.
Soddisfazione arriva dai soggetti interessati, in particolare in una nota Mediaset ha affermato:“Finalmente si vede la luce nella ormai annosa vicenda della procedura europea sulle frequenze tv. Stando ai comunicati ufficiali del Sottosegretario alle comunicazioni, Paolo Romani e dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, si sono create le condizioni per una delibera che sblocca definitivamente il processo di digitalizzazione del Paese”. Secondo l’azienda: “questo pone le premesse per la fine della incertezza di prospettive cui le imprese tv sono state consegnate da anni”.
Questa regolamentazione può andar bene,ma nessuno ci informa su come verrano regolamentate le TV locali e quali probabilità hanno di sopravvivere dopo
i delle provvidenze alle emittenti locali. Sono molto preoccupata di veder morire l’emitente che mi informa tutti i giorni dei fatti che accadono nella mia gallura.
Si schiacciano aziende, persone tolgono servizi invece di aumentarli facendocii credere spudoratamente che tutto questo lo fanno per noi poveri diavoli.
Questa regolamentazione può andar bene,ma nessuno ci informa su come verrano regolamentate le TV locali e quali probabilità hanno di sopravvivere dopo
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