Continua a tener banco l’ondata Zalone, che da quando è uscito al cinema con l’ultima pellicola che lo vede protagonista –Quo Vado?– tutti ne parlano, tutti criticano e analizzano. Anche i più impensabili. Ci riferiamo a Sergio Castellitto, che tra tv e cinema è uno dei nostri più apprezzati artisti italiani nella recitazione e da qualche tempo anche nella scrittura e nella regia (attualmente in onda la seconda stagione di In Treatment su Sky Atlantic). Ahinoi, anche lui è cascato nel tormentone del cosa ne pensi di Checco Zalone.
Sergio Castellitto è impegnato sul suo nuovo progetto cinematografico (ancora senza nome, ma che vedrebbe Jasmine Trinca nel ruolo da protagonista) in cui curerà regia e sceneggiatura personalmente, ma nel frattempo ha trovato il tempo di un’intervista rilasciata ai colleghi de Il Corriere Della Sera. L’occasione era ricca e golosa, visto che Castellitto non è uno di quelli che sdegna il mix tra alto e basso, serio e faceto, come lui stesso dichiara a proposito del mescolare:
Mi diverte l’ idea di partecipare a opere prime, di mescolare esperienza e inesperienza. Con Alba Rohrwacher farò Skin di Mauro Mancini, una storia forte, sul razzismo.
Veniamo al tema caldo, ovvero che idea si sia fatto Sergio Castellitto dell’incasso storico di Quo Vado? con Checco Zalone:
Non so quanto c’entri il cinema. Mi sembra un evento rave, quando tutti si riuniscono sul campo.
L’attore e regista poi aggiusta il tiro:
Premesso che mi fa molto ridere, e che di fronte al successo bisogna inchinarsi e domandarsi perché, mi fa altrettanto ridere la sinistra che dopo anni di snobismo sale sul carro del vincitore, eleggendo Zalone a sociologo d’ Italia, quando è solo un grande comico che è riuscito a prendere il pubblico dei cinepanettoni e quelli che non li andavano a vedere, che era la sinistra.
Non penso che il suo successo farà bene al cinema italiano, ma è meglio dei film assistiti che hanno dissipato milioni di euro disprezzando l’ idea di cinema che riportasse a casa il proprio denaro. Però il cinema è un’ altra cosa, la società me la spiega meglio Irrational Man di Woody Allen.
Che vi piaccia Woody Allen, l’epopea di Fantozzi o siate fan scalmanati di serie tv di azione, fantasy, investigative o soap opera, poco importa lo sapete. È il gioco delle parti Checco, il turno a stare sotto è il tuo. Quel che prende sempre sberle e viene tacciato di epiteti più o meno velati da critiche e opinioni è e resta senza dubbi il pubblico. Sovranamente contestato e moralizzato dal culturismo culturale.