La Spagna come l’Italia: fra le tante caratteristiche che possiamo permetterci di spartire con i nostri cugini spagnoli, c’è anche una prossima, procedura d’infrazione a causa della mancata ottemperanza degli spazi pubblicitari, a quelle che sono le disposizioni europee, a cui tutti gli stati membri dovranno adeguarsi entro il 19 dicembre 2009.
Già di recente L’Italia si era trovata sotto l’occhio vigile della Ue, che attraverso il proprio membro della Commissione responsabile della Società di informazione e dei Media, Viviane Reding aveva affermato: “In Italia il numero di spot non è accettabile, non viene rispettato l’intervallo di venti minuti tra un inserto e l’altro”
Di fatto Mediaset, una delle principali interessante in questo senso, soprattutto per l’utilizzo delle televendite non comprese nel computo degli spazi pubblicitari ripartiti per ogni ora, si era di recente rivolta al Tar del Lazio il quale aveva accolto il ricorso presentato da Rti-Mediaset e Publitalia ‘80, sull’entrata in vigore delle modifiche al Regolamento sulla pubblicità approvate dall’Autorità per le comunicazioni, posticipando l’adeguamento a tale normativa a tempi futuri.
Ora come dicevamo anche la Spagna si ritrova ad essere accusata di non rispettare la direttiva Televisione senza Frontiere della Ue, adottata nel 1989 e rivista una prima volta nel 1997. Il 13 dicembre 2005 la Commissione aveva chiesto una nuova revisione della direttiva affinché si tenesse conto della rapida evoluzione delle tecnologie e del mercato dei servizi audiovisivi. Revisione giunta Il 24 maggio 2007 quando il Parlamento e il Consiglio hanno raggiunto un accordo politico. La nuova direttiva Servizi audiovisivi senza frontiere, entrata in vigore il 19 dicembre 2007 mantiene e conferma il tetto dei 12 minuti l`ora di spot pubblicitari e di televendita.
I motivi della contestazione alla Spagna sono pressoché identici a quelli rivolti all’Italia:”La Spagna non ha adottato le misure necessarie per garantire il rispetto del limite europeo di 12 minuti di spot pubblicitari l`ora. Invito le autorità spagnole ad agire rapidamente per conformarsi alla direttiva TVSF. Qualora ciò non avvenisse, chiederò alla Commissione di adire la Corte di giustizia“. ha commentato Viviane Reding, “Tutti gli spot pubblicitari e di televendita, che siano definiti spot di telepromozione o servizi promozionali o in altro modo ancora, devono essere contabilizzati nei 12 minuti per ora di orologio. Qualsiasi altra interpretazione comporta una mancanza di rispetto dei telespettatori e dei cittadini che possono contare sulla Commissione per la loro difesa“.
Parole che pesano come un macigno, ma ci chiediamo la Spagna si adeguerà? E se fosse potrebbe costituire un importante, quanto pericoloso precedente anche per l’Italia, dove l’intento neanche troppo velato delle aziende televisive e di tergiversare fino al passaggio definitivo al digitale terrestre nel 2012?