Stamattina a Mattino Cinque è stato dedicato uno spazio al ricordo del decimo anniversario della morte di Marco Pantani, che cadrà il prossimo 14 febbraio: in studio con Federica Panicucci c’era il legale della famiglia Pantani, l’avvocato Antonio De Renzis, ha rilasciato alcune dichiarazioni sorprendenti.
180 fotografie a colori, un video di un’ora che si interrompe due volte, ma non dovrebbero mai venire interrotti i video che riprendono scene di un crimine.
Si vede una persona in camice bianco senza i copri scarpe e senza il copri testa, che fa le riprese e in un fotogramma ci sono sei persone vestite come noi nella stanza.
Quindi l’inquinamento della scena è provato dalle immagini.
Queste le dichiarazioni rilasciate dall’avvocato De Renzis ospite a Mattino Cinque, che ha aggiunto:
Marco era in una pozza di sangue in una stanza che sembrava divelta da un uragano, vedendo il video si comprende immediatamente come le indagini si indirizzano in un’unica direzione, e cioè la droga, mentre, secondo me, dovevano essere lasciati aperti altri scenari e noi vogliamo approfondire alcuni piccoli, ma grandi particolari.
Chiederemo che certi dati vengano approfonditi, ci sono persone alle quali si sarebbero dovute fare determinate domande, perché sembrerebbe che Marco non sia stato chiuso 4 giorni lì dentro come, invece, sostiene la versione ufficiale.
In quella stanza ci sono oggetti che sicuramente non sono arrivati con Marco perché ci sono tre testimoni che dicono esattamente come Marco è arrivato lì e certe cose non c’erano.
L’avvocato ha poi proseguito raccontando alcuni dettagli riguardanti la scena del crimine:
Ci sono altri elementi da chiarire. Marco, secondo la versione ufficiale, avrebbe avuto un delirio, ma la specchiera divelta dal bagno è per terra ma intatta; la televisione è sul pavimento, ma girata dal lato giusto; le padelle, che sarebbero state lanciate, sono casualmente tutte rivolte dal lato corretto.