Oggi in Gossip TiVù: Don Matteo genera una minaccia di secessione in Umbria, Barbara D’Urso e la bestemmia del suo traduttore, Bruno Vespa su Twitter dichiara amore a Fiorello, Francesco Piccolo difende Il Capitale Umano.
La nona stagione di Don Matteo, partita giovedì scorso con oltre 8 milioni di telespettatori, ha sollevato una serie di polemiche sulla scelta della nuova location di Spoleto con l’abbandono di Gubbio: l’Associazione Maggio Eugubino, presieduta dal signor Lucio Lupini, si è sentita particolarmente amareggiata per questa scelta, dettata dalla vicinanza geografica di Spoleto a Roma, dove sono stati girati gli interni della fiction, tanto da minacciare un referendum ex art. 132, 2° comma della Costituzione, per richiedere l’accorpamento della cittadina ad un’altra regione e causando una piccola secessione nella regione Umbria.
Passiamo a Pomeriggio Cinque, dove ieri, in presenza del protagonista della soap opera Il segreto Tristan alias Alex Gadea è accaduto un increscioso episodio, dato che al traduttore è scappata una bestemmia mentre si impappina nel tradurre le parole dell’attore e la D’Urso si precipita a salvare il salvabile:
Io non ho sentito bene di cosa si trattava ma qualunque cosa avesse detto il traduttore vi chiediamo perdono perché è andato in onda senza che noi ce ne accorgessimo; se è andato in onda qualcosa che non doveva andare in onda, io chiedo perdono e scusa a tutti i milioni di spettatori che ci stanno ascoltando e guardando. Il doppiatore del servizio forse ha sbagliato.
Ecco come Bruno Vespa commenta su Twitter la polemica relativa all’assenza di Fiorello alle celebrazioni dei 60 anni della Rai:
Fiorello Fiore! Luce dei miei occhi, battito del mio cuore, pulsazione costante del mio cervello, ma come puoi immaginare un mio torto?
Concludiamo con le dichiarazioni di Francesco Piccolo, che mette così a tacere le polemiche riguardanti Il Capitale Umano, film al quale ha collaborato con Paolo Virzì e Francesco Bruni:
Il punto è questo: basterà andare a vedere il film per chiudere ogni polemica sulla Brianza. Abbiamo scelto di ambientare la nostra storia, i nostri personaggi, in Brianza perchè è un fatto incontrovertibile che lì girano più soldi. E quindi è lì che si vede meglio quando i soldi smettono di girare. Uno squalo della finanza è lì che trova complici danarosi per investire in azioni spericolate. Tutte le cose che sto dicendo hanno un rapporto con la realtà, ma sono soprattutto materia narrativa condivisibile che spinge a dire: mettiamo i nostri personaggi lì dentro; non solo, se si vuol raccontare una storia amara, bisogna sia adorare sia detestare i personaggi che si mettono in scena. Si può anche guardarli da lontano, in modo freddo, come ha fatto Woody Allen con la sua Blue Jasmine . Noi abbiamo provato invece a star loro vicino, mentre scrivevamo o mentre Virzì e gli attori costruivano il film; abbiamo provato a voler bene a Bernaschi e alla moglie, a quell’essere viscido di Ossola, solo che questo non significa salvarli né assolverli. L’amore si risolve nel raccontarli con sincerità e l’amore si risolve anche con l’idea che quelli non sono altro da noi, ma sono una parte di noi che ci piace di meno ma che sappiamo che esiste. Se solo ci fosse chiaro questo, vivremmo già in un Paese migliore. Migliore di quello che si vede nel Capitale umano , e di quello che si vede guardandoci intorno.