Una mamma piange disperata perché non ha più notizie della figlia, è stata rapita dal padre e portata in Siria. Lo Stato non ha fatto nulla per rintracciare l’uomo, Le Iene ci sono riuscite in due settimane, Pablo Trincia lo ha incontrato.
La donna, Alice Rossini, è disperata, non ha notizie della figlia da più di due anni, Emma Houda è in Siria con il padre. La Rossini racconta di aver conosciuto l’ex compagno nel 2007, si sono sposati nel 2008 dopo aver convissuto e nonostante le violenze subìte lei era innamorata e pensava di poterlo cambiare:
All’inizio andava tutto bene, sembrava veramente l’uomo dei sogni, solo che dopo qualche tempo in alcune occasioni è stato un po’ violento. Pugni, calci, mi ha mandato un paio di volte al pronto soccorso… perché era geloso, se incontravo un amico per strada o un conoscente non potevo dargli la mano, soltanto dirgli ciao. […] Nel 2010 è nata nostra figlia, poi nel 2011 un giorno torno da lavoro, per una stupida è scattato un momento d’ira, mi ha preso per i capelli, ha preso il bastone della scopa che aveva lì vicino e ha incominciato a picchiarmi. […]
Durante quei momenti, la bambina vedeva tutto e Alice ha deciso di andare a vivere dalla madre, ma lui continuava a perseguitarla e la moglie lo ha denunciato. I due avevano comunque trovato un accordo per l’affidamento, lui vedeva la bambina il sabato ma un giorno non è più riuscita a rintracciarlo, per poi scoprire con un messaggio che la bambina era in Siria con lui.
Alice è intervenuta direttamente l’ambasciata italiana a Damasco, senza riuscire in nessun modo a trovare l’uomo. E’ scattato anche un mandato di cattura dell’Interpol, ma non è valso a nulla. […] A marzo fa quattro anni, in questi due anni non ho più saputo niente. Lui non ha voglia di sentirmi, a quanto pare, non mi ha mai dato una possibilità. La cosa che mi fa più paura è che si dimentichi di avere una mamma.
Ad aiutare l’uomo a scappare con la bambina, sarebbe stata Sabrina, una sua amica che però non ha voluto commentare la vicenda. Alice ha visto alcune immagini dalla Siria in cui è possibile che abbia riconosciuto sia Nadim, forse diventato un combattente, sia la bambina. Pablo Trincia de Le Iene è riuscito a contattare lo zio di Nadim, che non ha speso buone parole per lui e ha rivelato che la bambina vive con la mamma e la sorella dell’uomo e ormai parla arabo, si trova in uno dei punti centrali in cui si svolge la guerra. Per evitare problemi in Siria, soprattutto sapendo che Nadim è instabile, Pablo e l’uomo si incontrano alla frontiera. Nadim racconta del litigio e non nega di aver picchiato l’ex moglie:
La bambina mangia e dorme, è viva, va bene. […] Abbiamo litigato e l’ho picchiata, ha preso così la sua roba, un po’ di vestitini per la bambina, e se n’è andata. Potevo tenere la bambina solo il sabato e lei tutta la settimana, al quarto sabato mia suocera mi dice “Nadim guarda che non possiamo darti la bambina tutti i fine settimana, magari una volta al mese” e io le ho detto “Guarda, sono molto bravo con lei adesso, ma ti prometto: ti faccio piangere sangue”. Mi ha detto “Tu sei siriano e io sono italiana, fai quello che vuoi”. […] Avevo degli amici in Grecia, prima di partire ero già andato per sapere dove ti devono controllare i documenti, sono andato con il passaporto scaduto da Malpensa ad Atena e non mi hanno controllato niente. Sono tornato, ho fatto tre biglietti: per me, per la mia amica e per Sabrina. Siccome lei è cittadina italiana e anche la bambina, pensano che sia la madre.
Nadim continua a sostenere che in Siria la bambina sia al sicuro, di non avere paura in quella situazione. Trincia gli mostra l’appello di Alice. Nadim non si smuove, non vuole mostrare la bambina all’inviato di Italia 1, ma manda un vestitino e una foto alla madre, poi decide quale potrebbe essere l’unico modo per riportare Houda in Italia:
Passaporto italiano, ritirare le denunce e poi vado a prenderla e la porto in Italia.
Nadim promette ad Alice che la bambina sta bene e che lui parla della mamma raccontando solo il bello di lei, ma senza la cittadinanza italiana e il ritiro del mandato di cattura è disposto a non tornare più e a tenere la bimba con sé.