Un attore (Morgan Freeman), che per paura di possibili flop nella sua carriera non recita da quattro anni e che per questo è finito in declino, per trovare lavoro, è costretto a visionare possibili parti in film indipendenti low cost. Una di queste è il ruolo di direttore di un supermarket.
Prima di firmare, però, si fa accompagnare a Carson (Los Angeles) per fare un sopralluogo ad un supermercato di periferia ed entrare meglio nella parte. Qui, abbandonato dal suo accompagnatore, senza soldi e cellulare, decide di farsi dare un passaggio dalla cassiera della cassa “massimo 10 pezzi” (questo il senso originale del titolo 10 Items or less) Scarlet (Paz Vega), una venticinquenne ispanica, che non sopporta più il suo lavoro e vorrebbe cambiarlo per un più piacevole ruolo di segretaria, ma non trova il coraggio per farlo.
Tra i due protagonisti nasce una vera amicizia (anche perché entrambi sposati), che porta, Scarlett ad andare al colloquio di lavoro, addestrata alla perfezione dall’attore e lui a decidere di rimettersi in gioco, accettando la parte del direttore di supermarket.
10 cose di noi è un film meta cinematografico (come in parte lo è Interview di settimana scorsa), che descrive in maniera precisa, tutti gli aspetti che un bravo attore deve tener conto per entrare meglio nella parte: attraverso le parole di Morgan Freeman e la cavia Scarlett, sappiamo che un attore deve avere grande attenzione per il trucco e il vestiario (quando l’attore porta la cassiera a fare compere), per la postura (quando Scarlett si reca sul luogo del colloquio), per il modo di parlare, gesticolare e di presentarsi (le prove che fanno in automobile), ma più di tutto deve sapersi divertire nell’entrare nel ruolo (l’attore segue il vicedirettore sordo del supermarket e lo imita in ogni gesto, impara il mestiere della venditrice, quello del cassiere e quello dello scaffalista per crearsi un solido bagaglio culturale).
Un altro insegnamento che ci trasmette Silberling, il regista che ha già girato a Los Angeles La città degli angeli, è che nella vita bisogna sapersi adattare alle situazioni è importante quanto nel cinema e se è vero che ognuno di noi ha una propria personalità e ugualmente vero che possiamo essere persone differenti in differenti momenti della giornata (simbolica la scena in cui Scarlett, uscita dal supermercato, si cambia d’abito per recarsi all’incontro di lavoro).
In una pellicola di poco più di un’ora (escludendo i titoli di coda inframezzati da simpatiche scene tagliate del film), si evidenzia la bravura di Morgan Freeman nel ruolo di se stesso in versione attore in declino, capace di insegnare alla ragazza Paz Vega (anche per lei un’ottima prova recitativa) e agli spettatori, i principali segreti dell’attore; la musica latina che fa da colonna sonora ad ogni incontro e gag (dal pedinamento del vicedirettore, al lavaggio della macchina all’autolavaggio); alcuni momenti di totale assenza di azione (a volte con annessa assenza di dialogo); la fotografia sporca che descrive perfettamente ogni cosa, in particolare il degrado della prigione-supermarket in cui lavora Scarlett.
Concludendo: 10 cose di noi è più di una semplice commedia che descrive un’amicizia, è una lezione di cinema, un viaggio interessante con Morgan Freeman dalla parte del passeggero, un lento manuale di comportamento, nel quale tutti, tranne Scarlet, cercano di far passare dalla cassa della vita più di dieci pezzi, non sapendo dare loro il giusto valore.
Consigliato a tutti coloro che vogliono ragionare sulla propria vita. Sconsigliato a quelli che cercano azione e a cui non basta qualche battuta brillante di Freeman per rimanere incollati alla poltrona.
Piacevole e carino. Grande Morgan Freeman!