Ieri sera è andata in onda il quarto ed ultimo episodio de L’ispettore Coliandro dal titolo Mai rubare a casa dei ladri. Alcuni malviventi con il volto coperto da un passamontagna, sparano su una roulotte uccidendo chi vi sta dentro. Coliandro (Giampaolo Morelli) trovandosi nel luogo per puro caso, dovendo accompagnare una zingarella sorpresa a rubare a casa sua, si rende conto che gli assassini sono professionisti, ma che soprattutto è stato un avvertimento e non un regolamento di conti tra rom.
L’avvertimento è stato ben interpretato da uno zingaro che insieme ad altre due bambine dello stesso campo, sono colpevoli del furto a casa dei malviventi, dove recuperano i gioielli rubati in una gioielleria, dove ci è scappato anche il morto (in questo caso il proprietario). Lo zingaro che ha fatto il colpo ritorna con gli oggetti rubati, tranne un anello che ruba una delle due zingare. Nonostante restituisca il bottino preso loro, i malviventi uccidono lo zingaro ed una delle bambine perdono la vita. Ora i malviventi sanno che ad avere l’anello è l’altra zingara e vanno alla sua ricerca.
La bambina si ritrova in casa di Coliandro, che chiede aiuto all’amica di Gamberini (Paolo Sassanelli) che decide di portarla a casa sua e nel momento in cui la bimba non è bene accetta prova a mandarla in un istituto di accoglienza, soprattutto dopo aver trovato un anello ed aver avvisato il Direttore di un’associazione di volontariato. Quest’ultimo avvisa il maresciallo dei carabinieri di aver trovato l’anello e due malviventi sopraggiungono uccidendolo e recuperando l’anello. In realtà, il maresciallo è il capo della banda che ha fatto il colpo in gioielleria ed ucciso il gioielliere ed i rom. Di questo gioco che miete sempre più vittime non vuole far più parte uno della banda, il quale, dopo essere stato convinto a fare una rapina, viene ucciso insieme al gestore del negozio. Artefice di tutto è il maresciallo, che per eliminare le prove della sua colpevolezza, chiama i suoi colleghi dicendo di aver fermato l’uomo e facendo trovare accanto a costui la pistola usata per l’omicidio del gioielliere e dei rom.
La zingara, in compagnia dell’amica diGamberini riesce a riconoscere l’uomo che ha ucciso la sua amichetta nella figura del maresciallo ed informa la ragazza, che dapprima sembra non crederle, poi le dà fiducia. Anche Coliandro, inizia a fidarsi della bambina nonostante tutto. Per proteggerla decide di portarla in questura, ma la bambina scappa ed i due vanno alla sua ricerca.
Nel frattempo, Coliandro chiede al collega carabiniere (che stava arrestando erroneamente mentre stava lavorando sotto copertura) di informarsi sul maresciallo: quest’ultimo scopre che già il maresciallo aveva avuto problemi per la scomparsa di droga durante alcuni sequestri, ma che era stato condannato un altro collega al suo posto, il quale si era suicidato.
Coliandro e la ragazza vanno alla ricerca della zingara nel campo nomadi, e pedinati dai due scagnozzi del maresciallo, fanno poi perdere le tracce di sè attraverso un’arguzia del capo dei rom. I due trascorrono la notte nel campo rom e finalmente ritrovano la piccola zingara e la portano in un luogo sicuro per tutti, cioè da Gargiulo (Giuseppe Soleri), mentre loro, raggiunti dal carabiniere che li informa del maresciallo ed i tre escono cercando di attirare il maresciallo in un tranello per avere le prove della sua colpevolezza.
Gli scagnozzi stanno sempre alle loro calcagna e riescono quasi a rapire la zingara ma non vi riescono grazie alla prontezza di Gargiulo che riesce a fermarli, scappa con la bambina ed avvisa Coliandro dell’accaduto. L’ispettore cerca di trovare una soluzione per incastrare il maresciallo e con l’aiuto del carabiniere che finge di voler passare dalla loro parte, riesce tramite una cimice (messa sull’uomo dalla zingara), ad avere delle prove. Quando il maresciallo viene a conoscenza di questa cimice Coliandro e la ragazza vengono scoperti e sequestrati. La situazione sembra essere sfuggita di mano, ma Coliandro, al momento opportuno, riesce a liberarsi ed, insieme al carabiniere, a fermare ed arrestare il maresciallo e la sua banda.