Venerdi 19 aprile, a partire dalle 23:10 torna l’appuntamento settimanale de “Le Iene”, in seconda serata. Anche questa settimana Ilary Blasi, Teo Mammucari e la Gialappa’s band proporranno alcuni servizi forti, adatti al tipico pubblico della seconda serata. Non a caso, Enrico Brignano, nell’ultima puntata di Quelli Che, ha dichiarato di aver lasciato la conduzione de Le Iene, proprio perché la sua coscienza non riusciva a reggere tante brutte notizie concentrate in un’unica sera. Intanto Giulio Golia, nonostante le forti critiche ricevute, tornerà ad occuparsi delle cellule staminali.
Tra i servizi di questa puntata: la Iena Giulio Golia torna ad occuparsi delle terapie con le cellule staminali e racconta la storia di due persone affette dal morbo di Parkinson. In particolare, la Iena intervista una donna di 50 anni colpita da Parkinson giovanile, che, dopo aver fatto ricorso al Tribunale, a breve sarà sottoposta alle cure con le staminali presso gli Spedali Civili di Brescia. Golia, inoltre, intervista un uomo che fu sottoposto nel 2008 a tre infusioni di staminali, per comprendere quale sia oggi, a 5 anni dalle cure, la sua situazione.
Inoltre Pablo Trincia si reca a Castel Volturno, in provincia di Caserta, e si occupa del progetto di Emergency, che prevede l’allestimento di ambulatori mobili, “I Polibus”: queste strutture prestano assistenza gratuita ai migranti stagionali impiegati nella raccolta di pomodori e di altri prodotti agricoli nella zona.
Intervista a Don Gino Rigoldi, cappellano dell’Istituto penale per minorenni “Beccaria”, che, per risolvere il problema del sovraffollamento delle carceri, propone di modificare alcune leggi. Don Gino sostiene che sia importante distinguere tra “droghe leggere” e “droghe pesanti”, suggerendo di ridimensionare le pene per le prime, anche con l’imposizione di lavori socialmente utili come pena alternativa. Propone, poi, una modifica della legge “Ex Cirielli”, che prevede la moltiplicazione della pena per la recidiva, sia per reati più gravi che per quelli più lievi. Questo, secondo Don Gino, avrebbe riempito le carceri anche di persone che hanno commesso “reati di povertà”, ossia piccoli furti, ma che hanno ricevuto come pena diversi anni di reclusione. In questi casi Don Gino non chiede l’annullamento della pena, ma almeno di eliminare la moltiplicazione della stessa. Anche in questa situazione, secondo il cappellano, un’alternativa potrebbero essere i lavori socialmente utili.