Era il 22 novembre 2012, quando un anonimo (che si firmava “I giornalisti onesti del TG1”) denunciava i presunti abusi di ben 35 giornalisti, che chiedevano e ottenevano il pagamento delle ore di straordinario notturno senza averne diritto. Dopo varie peripezie e permessi negati, finalmente la Procura sequestra le carte sugli stipendi dei giornalisti e allarga la sua indagine. I Furbetti della Rai dovrebbero avere le ore contate.
In realtà il Presidente Gubitosi ha già effettuato un’indagine interna per verificare ciò che era stato denunciato nella lettera anonima e i risultati sono davvero sconcertanti. Ad esempio, è emerso che un giornalista (si dice anche abbastanza famoso) abbia lavorato per 78 giornate in 3 mesi, ottenendo il benefit notturno e festivo per ben 76 giornate. Peccato che le strisciate del suo badge aziendale abbiano smentito molte sue presenze in redazione negli orari e nelle giornate che gli davano il diritto al surplus.
Vi ricordiamo, infatti, che per contratto chi entra prima delle 5:30 incassa il 25% in più al giorno e chi esce oltre le 23:30 il 20% in più. Addirittura chi raggiunge 16 giorni di notturno beneficia di un intero mese super pagato. Basta quindi l’auto di una mano amica per taroccare queste presenze e far lievitare enormemente lo stipendio.
Gubitosi, però, ha dovuto sbattere contro il muro del sindacato Rai. Infatti il contratto vieta severamente alla RAI di utilizzare i dati sulle presenze dei giornalisti per diversi motivi, tra cui le contestazioni disciplinari. Ma Gubitosi non ci sta ed infatti oggi la polizia ha bussato al portone della Rai (no, non c’era Luca Giurato come portiere), sequestrando tutte le carte relative agli stipendi dei giornalisti.
Mi piacerebbe davvero sapere come finirà questa storia. In un periodo di crisi, alla fine chi ci rimette sono sempre i lavoratori onesti. Si chiedono sempre tanti sacrifici, ma alla fine i furbetti che cercano di approfittare dei soldi pubblici spuntato da tutte le parti. Non dimentichiamolo mai, quelli sono anche nostri dipendenti.