Laura Boldrini a Che tempo che fa – Era l’ospite più atteso della serata, se si esclude il consueto monologo domenicale di Luciana Littizzetto e di certo non ha deluso le attese. Una donna così affascinante dal punto di vista comunicativo la politica italiana forse non la vede da decenni; una classe sopraffina che la rende diametralmente opposta alle selvagge Daniela Santanchè e Alessandra Mussolini, ma lontana anni luce anche dalle evanescenti Rosy Bindi e Anna Finocchiaro. Questa è stata Laura Boldrini a Che tempo che fa.Laura Boldrini fa presagire la sua diversità comunicativa già dal modo di salutare il pubblico di Che tempo che fa: un sorriso e la mano sinistra sulla spalla destra, un gesto finora sconosciuto ai talk show italiani ma familiare a contesti internazionali. Ma al di là della prossemica inusuale, la presidente della Camera, seppur non portatrice di un linguaggio nuovo, è molto originale nella maniera di porgere i concetti. Sicuramente sarà stato complice un raffreddore che la affligge da giorni, ma quella voce calda e soprattutto lenta nello scandire le parole sembrano il sequel della Messa di insediamento di Papa Francesco: “Non abbiate paura delle tenerezze“. Perchè al di là del credo politico (e mi scuseranno i lettori per aver sconfinato nel terreno del credo religioso), la comunicazione della Boldrini sembrava una carezza al telespettatore arrabbiato e soprattutto frustrato dalla continua maleducazione che serpeggia tra i protagonisti della politica.
E a proposito di maleducazione, ecco come ha risposto alle accuse di Beppe Grillo, secondo il quale la sua nomina rappresenta un ulteriore trionfo della partitocrazia:
“In parlamento, ci sono figure impegnate che vogliono fare la differenza con serietà. Grillo dice che sono una scelta partitocratica? Io ho una mia storia, è una dichiarazione fuori luogo. La democrazia ha bisogno dei partiti ma devono essere trasparenti. Alla democrazia, serve lo scambio e i sindacati”.
Ma l’intervento più incisivo è stato a mio avviso questo:
“Io credo che per avere buoni cittadini, servono buone istituzioni. Chi ha compiti istituzionali, ha una doppia istituzionalità. Bisogna rispondere ai cittadini nella sfera pubblica e privata. I comportamenti devono essere di riferimento. La gente deve innamorarsi delle istituzionali ma servono figure di riferimento. Tagliare il mio emolumento non è la soluzione ma ho fatto la prima cosa che potevo fare. E’ stato il mio biglietto da visita agli italiani”.
Il tempo dimostrerà la caratura di Laura Boldrini in qualità di presidente della Camera, ma l’ospitata di stasera forse è molto più di un biglietto da visita. Se avete perso l’intervento, potete rivederlo qui.