La controversia, che rischia di avere conseguenze in tribunale, è sorta a causa di uno spot dell’azienda De Cecco, uno dei pastifici italiani più noti, che nell’ultima pubblicità in ordine di tempo lanciata sui principali canali tv punta tutto sulla pasta al pomodoro. Un “piatto” rivelatosi indigesto, però, per il Consorzio di tutela del pomodoro San Marzano, presieduto dall’ex consigliere regionale Pasquale D’Acunzi – siamo però nell’era di Bassolino a Palazzo Santa Lucia – che è in primo luogo uno dei più importanti industriali nel settore della trasformazione del cosiddetto «oro rosso».
A raccontare la vicenda bislacca è il Corriere del Mezzogiorno. Lo spot della De Cecco ha come unica location una cucina. Una cucina nella quale un uomo è alle prese con la preparazione di un piatto di pasta al pomodoro. Tra le difficoltà nel trovare le materie prime per la preparazione – dall’aglio al basilico diventato ormai secco, fino al pomodoro non esattamente di giornata – il cuoco poco provetto dichiara con aria convinta che l’unica cosa che serve è una pasta di qualità.
Ed ecco la reazione. Dal Consorzio San Marzano, a firma di D’Acunzi, è giunta una nota ufficiale che costituisce una reprimenda nei confronti della De Cecco. Lo spot, stando a quanto dicono i produttori, “è lesivo dell’immagine del pomodoro San Marzano“, provocando “grave nocumento economico per gli operatori agricoli ed industriali impegnati nel ciclo di coltivazione e trasformazione“. Successivamente l’affondo. Ha dichiarato D’Acunzi
“Questa rappresentazione pubblicitaria trasmette all’ascoltatore il messaggio che per esaltare la pasta basta anche solo denigrare altri prodotti che non interessa, come invece sarebbe auspicabile anche nell’interesse della pasta stessa, affermare che questo prodotto, insieme ad altri di eccellente qualità, può garantire uno stile alimentare unico al mondo senza alternative o adeguamenti similari di generica qualità. Per queste ragioni, oltre a richiedere al pastificio De Cecco di rettificare lo spot, il Consorzio fa richiesta di compensare il danno causato nelle forme che l’azienda riterrà più efficaci concordandole con il Consorzio. Lo stesso nelle more valuterà ogni azione di tutela nelle sedi opportune“.