A Ballarò, Crozza questa sera lascia stare la politica (si fa per dire) e dedica il suo intervento al conclave, con le risate di Giovanni Floris che si sentono di sottofondo. Chapeau. Il siparietto di Crozza sul conclave ieri è stato davvero spassosissimo.
La fumata nera? Secondo Crozza pare siano stati i dossier. Come prima cosa i cardinali hanno dato fuoco alle carte segretissime. E poi via così una battuta dopo l’altra sui cardinali e – scusate il gioco di parole – i papi più papabili.
Una cosa è certa: in questi tempi di decandenza prima di tutto morale, oltre che economica e politica, è venuta meno la riverenza e prima ancora l’autorevolezza. Sembra che niente e nessuno oggi sia più credibile. E se una volta si trattava con estremo (talvolta esagerato rispetto) il parroco, il sindaco e il medico del paese… Oggi la società di massa è composta da persone più consapevoli e le élite sono scese in basso, molto più un basso. C’è un livello in cui tutti si incontrano e si riconoscono.
Capita allora che in programmi come Servizio Pubblico persone comuni, operai, disoccupati, piccoli imprenditori urlino al politico di turno di andarsene via senza alcun riguardo; che programmi come Piazza Pulita dedichino una puntata al conclave e al nuovo Papa parlando con estrema chiarezza e correttezza professionale degli scandali sulla pedofilia che la Chiesa troppo spesso ha coperto; che Crozza a Ballarò colga l’occasione per ironizzare sul Conclave senza fare sconti a nessuno.
Non so se sbaglio, ma credo proprio che in seguito alla morte di Papa Giovanni Paolo II fino alla nomina di Papa Benedetto XVI, l’argomento non fu trattato con tanta irriverenza. In ogni caso, questo mi sembra un passo avanti, una fase di emancipazione necessaria per la comunicazione televisiva.