L’Accademia della Crusca contro l‘italiano della televisione. Nel corso del convegno Il portale della tv, la tv dei portali, l’organizzazione che dal 1583 costituisce la più importante istituzione linguistica del nostro Paese, ha bocciato la lingua italiana della tv. Nel mirino un insospettabile fiorentino come Carlo Conti, mentre a sorpresa viene promossa una fiction popolare come Centovetrine.Nel corso del convegno Il portale della tv, la tv dei portali tenuto dall’Accademia della Crusca. Ha spiegato la presidente Nicoletta Maraschio:
“Negli ultimi 30 anni, ed in particolare nell’ultimo decennio, la lingua della televisione ha perso la sua tradizionale caratteristica di specchio di quella parlata per sviluppare nuove forme, artificiose e spettacolarizzate sulle quali non si può che esprimere un giudizio negativo”. In parole povere, prima ci ha insegnato l’italiano attraverso Lascia o raddoppia, poi ha iniziato a maltrattarlo. E la Maraschio trova subito un responsabile:
“Dagli anni ’80, in tv ha preso via via sempre più campo il fenomeno del cosiddetto iperparlato: il linguaggio comune è stato progressivamente abbandonato in favore di un parlato artificioso, concepito per spettacolarizzare i contenuti. E questa è diventata la norma, sia nell’informazione sia nell’intrattenimento“.
L’impoverimento linguistico più che per il congiuntivo dimenticato è passato per altre vie, come sottolineano le statistiche: nei telegiornali e nei talk quasi tutto è diventato straordinario, nell’intrattenimento (e nella pubblicità) incredibile, nelle fiction fantastico. In posizioni di rincalzo figurano meraviglioso, magnifico, eccezionale, misterioso, spettacolare, clamoroso, stupendo e mitico. L’importante è esagerare sempre e comunque. Qualsiasi sciocchezza infatti è super: dal super latitante alla super storia. Se non è super, sarà mega oppure iper. Dati di cui troverete ampia documentazione su italianotelevisivo.org, portale sull’italiano della tv inaugurato ieri.
Capitolo a parte per i cosiddetti tic linguistici: assolutamente, un attimino, o usato in luogo di piuttosto che sono momentaneamente assolti, ma nel mirino ci sono le frasi fatte. L’allarme maltempo e il barbaro omicidio sono sempre questioni spinose. Ci sono gli intercalari come diciamo e come dire, specialità dei politici. New entry (anche gli anglicismi a proposito vengono usati anche quando non è il caso) è e quant’altro. Nella specialità del quant’altro the winner is (signori dell’Accademia, questo anglicismo lasciatemelo passare) … Carlo Conti.
Un italiano colloquiale prevale invece nelle fiction, ma gli studiosi non fanno di tutta l’erba un fascio. Gabriella Alfieri dell’Università di Catania promuove a sorpresa Centovetrine. Ecco la motivazione:
“In alcune serie, penso a esempio a Centovetrine, tuttora in corso, o Incantesimo, ma ce ne sarebbero altre, resiste l’utilizzo di un linguaggio alto, di tipo letterario, come usava nei teleromanzi di una volta”.
L’argomento è così interessante che merita di sicuro altri approfondimenti, intanto vi invito caldamente a dare un’occhiata al sito italianotelevisivo.org. Qualora vogliate approfondire (anche da profani) argomenti come l‘italiano di Studio Aperto, la comunicazione del TgLa7 dall’avvento di Enrico Mentana o il linguaggio dei game show, questo sito è quello che fa per voi.