Sanremo 2013 si è concluso per sempre e come da tradizione Domenica in dedica alla kermesse sanremese un puntatone che si trascina dalle 14 fino alle soglie del telegiornale serale. Il mio amico Luigi su Facebook ha ben sintetizzato il mood del programma: “Domenica In da Sanremo è come la Pasquetta con gli avanzi di Pasqua”.Sarà il mio ottimismo, ma ho l’impressione che la commistione di linguaggi operata sapientemente da Fabio Fazio abbia apportato una piccola modifica al modo di impaginare i programmi televisivi. A fare il suo ingresso ne L’Arena di Massimo Giletti al posto del conduttore è infatti Piero Chiambretti. L’inizio è effervescente: il comico torinese dissacra Giletti, compie un piccolo sfottò tra il pubblico per individuare possibili contestatori. Il resto della gag lascia invece alquanto a desiderare: ha luogo un collegamento telefonico con un finto Antonio Cassano. Apprezziamo tuttavia il tentativo di effettuare qualche variazione sul tema.
Tuttavia, si ripiomba nella retorica non appena fa il suo ingresso Massimo Giletti: “Ringrazio Piero Chiambretti perchè è un amico e in tempi di spending review è venuto qui a titolo gratuito”. Ci mancherebbe altro. Ma è il momento di ascoltare i brani di Sanremo, senza abbandonare nemmeno per idea il populismo che contraddistingue l’Arena: i Modà rieseguono la loro Se si potesse non morire, alla fine della quale il frontman della band Kekko.
“Questo percorso non è solo tuo, ma merito delle famiglie che hai. Se non hai uno stipendio è importante il loro aiuto“.
Seguono scintille – non quelle di Annalisa Scarrone – con Marinella Venegoni – per la quale la canzone ricorda molto quella di Emma Marrone l’anno scorso. Il pubblico – rigorosamente giovanissimo e popolare – la sommerge di fischi. L’effetto intellettualoide è già svanito, qui comanda Giletti.