Sanremo 2013 ha visto una terza serata caratterizzata dal continuo cambio di registro linguistico, da una piacevole commistione di alto e basso che ha aperto una breccia di Porta pia nei contenuti di Raiuno: si può parlare di argomenti importanti anche sulla rete più popolare, l’importante è farlo alternando serietà e ironia. Roberto Baggio, Leonora Armellini, Luciana Littizzetto, Albano hanno garantito una tenuta perfetta.L’ospitata di un calciatore indimenticato dagli Italiani ma finora tenutosi all’oscuro dai mass media come Roberto Baggio, uno degli interpreti leggendari dello sport più praticato e seguito nel Belpaese, ha acquisito un respiro internazionale e una sua enfasi soprattutto grazie agli impegni umanitari assunti dal Divin Codino tra Fao e Aung San Suu Kyi. Blocco troppo lungo e segmento molto alla Che tempo che fa, ma il pubblico di Raiuno ha retto benissimo. Forse è stato ingiustamente sottovalutato.
Il culmine si è toccato con la mirabolante performance di Luciana Littizzetto: all’inizio pareva uno stiracchiato monologo tipico del programma di Raitre (senza la presenza di Fabio Fazio), ma all’improvviso l’intervento ha raggiunto una quota di altissimo impatto sui diritti civili e la violenza sulle donne. “Un uomo che ci picchia è uno stronzo” è uno dei più riusciti manifesti di civiltà promossi dalla televisione. E la parolaccia ha perfino nobilitato il senso dell’intervento, confermandosi uno stilema della comica torinese. Il flashmob ha ricordato i legnosi balletti di Maria de Filippi, ma suscitare riso, commozione e tenerezza in pochi minuti non è da tutti/e. Non a caso la consacrazione le arriva dal collega Fabio Fazio, visibilmente commosso dalla performance.
Un Albano non in stato di grazia si è rivelato la ciliegina sulla torta di una serata strutturata su molteplici livelli. Un autentico trionfo del kitsch, del nazionalpopolare, anche se la presenza di Laura Chiatti in Felicità, reduce dal sonoro flop di Riusciranno i nostri eroi, rimane inspiegabile. I pur non intonati conduttori – che hanno aperto la terza serata del Festival di Sanremo sulle note di Vattene amore per omaggiare San Valentino in ogni caso bastano e avanzano.
Questo Festival di Sanremo è insomma un prisma dalle mille sfaccettature, proprio come il suo deus ex machina Fabio Fazio. Intellettuale, imitatore e maldestro cantante, dopo tanti anni di salotti impegnati in pochi si sarebbero aspettati un’atmosfera all’insegna della leggerezza.