Fino a poco più di 24 ore fa era il Festival della sinistra, snobbato persino da La vita in diretta; dopo qualche ora, forse alla luce dei faraonici dati Auditel, il Festival di Sanremo è diventato la miniera d’oro sulla quale si è buttata persino lei, Barbara d’Urso. L’ingresso è a gamba tesa sulla scomparsa del figlio di Franco Gatti dei Ricchi e Poveri. Dopo qualche minuto l’occasione è troppo ghiotta per non poter parlare delle contestazioni di qualche maleducato a Maurizio Crozza.E Pomeriggio Cinque non tarda a trasformarsi in Populismo Cinque. Paolo Liguori difende a spada tratta i contestatori di Maurizio Crozza, spiegando che “Al Festival si deve fare satira di Stato: Maurizio Crozza ha fatto satira su Berlusconi coi soldi nostri. E ha replicato il suo repertorio“. Naturalmente l’addomesticato pubblico di Barbarella gli regala l’applauso. Basta parlare di soldi del popolo per ricevere la standing ovation.
Ettore Martinelli del Partito Democratico regala successivamente una domanda da manuale, rivolgendosi a Maria Carmela: “Chiedo alla giornalista, quanti erano i contestatori?”. La d’Urso replica di non saperlo e il politico la smaschera immediatamente: “La d’Urso quando vuole si informa”. Eppure in apertura di blocco la conduttrice aveva parlato di “15, 18, 30 contestatori”.
La d’Urso legge in seguito un titolo del Corsera su “Crozza che divide il pubblico”, per far capire che è lontanissimo da loro il tentativo di difendere Berlusconi e i contestatori. “Leggi l’articolo!“, le grida Martinelli. Barbara d’Urso continua a scorrere i giornali facendo finta di non sentire. Febbraio è il mese dell’udito.
Federico Pini in collegamento da Sanremo ha in esclusiva il signor Lettiero Munafò: “Non mi è piaciuto che Crozza ha fatto Berlusconi buttando soldi dal palco dicendo che erano presi dai fondi per il terremoto de L’Aquila”. Ma era da solo? Dov’era seduto? Si era organizzato con qualcuno? Munafò nega qualsiasi rapporto di conoscenza con i contestatori, ma ammette candidamente di aver contestato Adriano Celentano “perchè non vuole che uno dei migliori cantanti al mondo parli al Festival di politica“.
Il signore ammette di essere stato allontanato da un poliziotto qualificato e Liguori la ributta nuovamente in caciara: “E’ assurdo che Maurizio Crozza si faccia difendere da un poliziotto! E’ impensabile che un poliziotto debba difendere un comico mentre non è per strada a difenderci, con i nostri soldi!“ E riparte lo scroscio di applausi. Ve lo avevo detto che basta far sentire il pubblico uno spendaccione per scatenare l’entusiasmo in studio!