“In cucina serve poco tempo, passione, fantasia e un po’ de denaro“. E’ questo il motto di Federica De Denaro, la giornalista prestata alla cucina che ogni giorno all’interno de La vita in diretta fa venire l’acquolina in bocca a milioni di italiani. Per chi volesse aspirare a diventare una cuoca modello come Federica può acquistare il suo primo libro: La mia cucina in diretta.
Quando hai deciso di scrivere La mia cucina in diretta?
E’ nato per caso. E’ il libro che avrebbe potuto scrivere qualunque donna che ha dei figli, lavora e ha poco tempo per stare in cucina. Sono appunti, sono ricette molto veloci, realizzabili con ingredienti di base presenti in qualunque cucina.
Cos’ha di particolare il tuo libro rispetto a tutti gli altri libri di cucina?
E’ il libro di tutte noi donne molto indaffarate che non vogliono rinunciare al gusto di mangiare un buon piatto, che non sia un piatto pronto e surgelato. In più ogni ricetta viene descritta da una sequenza fotografica divisa in otto passi.
Perché la cucina piace così tanto al pubblico? Negli ultimi due anni c’è stato il boom di trasmissioni culinarie in televisione…
Da quando mi occupo di cucina ho scoperto che gli italiani sono un popolo cuochi (ride, ndr). Ne sono certa. Da due anni a questa parte non c’è persona – dal commercialista alla portiera sotto casa – che non mi dia consigli su come cucinare un piatto. Tutti son convinti di saperlo fare un po’ meglio (ride, ndr).
Ma non c’è troppa cucina in tv?
Per me no, però sono di parte (ride, ndr). Ci sono programmi molto diversi fra loro. Se paragoni MasterChef a La prova del cuoco, ti rendi conto che sono due programmi completamente diversi, caratterizzati da un linguaggio molto distante. Ma finchè si parla di cucina secondo me va bene, la cucina fa bene: non conosco una persona con la passione per la cucina e per il cibo che poi sia arida di cuore.
Sei una persona che ama molto, quindi?
Non è bello dirselo da soli. Sicuramente ci metto passione in quello che faccio. Anche il libro l’ho fatto con tutto il cuore, ancor di più rispetto alla trasmissione che ha dei vincoli di tempo. Attraverso questo libro cerco di raccontarmi perché da tanti anni ho un contatto con il pubblico e avevo voglia di raccontare qualcosa in più di me e delle mie ricette.
Dopo tutte queste ricette e queste ore passate in cucina, ti senti una cuoca?
No, categoricamente (ride, ndr). Rispetto molto il lavoro dei cuochi o degli chef che è un lavoro fatto di tanto studio e di tanta dedizione. Mi sento una donna che sa cucinare abbastanza bene e ama mangiare. E’ una mia passione. Per me la cucina è il luogo dove mi sento davvero libera: si può sperimentare, abbinare ingredienti. Ognuno in cucina può esprimere se stesso.
Sono due anni e mezzo che hai cominciato a cucinare in televisione. E’ stata una scelta tua?
Sì. Facevo l’inviata di spettacolo da una decina di anni a La vita in diretta. Nel frattempo sono nate Bianca e Viola (le sue figlie, ndr) e la vita dell’inviata con due figlie era diventanta faticosa. Una domenica sera, ero da sola in casa e mi è venuto in mente: “Io voglio cucinare in televisione”. Il mio sogno era quello di trasferire la mia passione al pubblico. Quindi andata dal mio capo a proporre una rubrica di cucina. Ho registrato cinque puntate di prova, sono andate benissimo e oggi sono ancora qui.
Adesso ti manca fare l’inviata?
Mi manca viaggiare perché avevo una grande abitudine al viaggio. Ma non mi manca fare l’inviata. Sono riuscita a trasformare la mia passione in lavoro: è una fortuna incredibile per chiunque. Quindi sono molto appagata e, anzi, mi piacerebbe continuare verso questa direzione.
Se questa direzione dovesse essere stoppata dall’alto, cosa sceglieresti di fare?
Non ho grandi paure, sono molto fatalista. Mi rimetterei in gioco e proporrei qualcos’altro.
Qualche anno fa ti eri messa in gioco con Michele Santoro e hai lavorato tre anni nella sua squadra. Che ricordo hai di lui?
Ho iniziato con Santoro. Sono uscita dall’università con una tesi sulla comunicazione politica. Tra i tanti che avevo intervistato c’era anche Michele Santoro il quale era rimasto colpito dalla mia tesi e mi chiese se volevo collaborare al suo programma. Mi presero come redattrice. Sono stati tre anni fondamentali per la mia vita, tre anni in cui ho imparato a far tutto: da un lavoro di segreteria al montaggio. Nella squadra di Santoro tutti devono saper fare tutto. Grazie a lui sono diventata giornalista professionista senza nessun tipo di appoggio.
Quando sei arrivata a La vita in diretta cosa hai imparato?
Tantissimo! Il linguaggio rispetto a Moby Dick era totalmente diverso. Mi ricordo ancora la prima diretta, è stato come ricominciare da capo. Dieci anni di dirette ti fanno dei muscoli importanti, ti preparano bene. Sono stati anni eccezionali, devo molto a loro.
Se un giorno Mara Venier dovesse rinunciare alla conduzione, prenderesti il suo posto?
Mara Venier sta bene dov’è. C’è un tempo per ogni cosa. Io ho una rubrica di 5 minuti, mentre Vita in diretta è un programma che dura 3 ore e mezzo. C’è un mondo in mezzo.
Sei anche modesta.
Bisogna fare un gradino per volta. Se si guarda troppo in alto rischi di inciampare nel gradino che hai di fronte. L’ambizione che ho è quella di estendere il mio programma di cucina.
Come ha fatto Benedetta Parodi?
Non mi piace paragonarmi ad altre. Vorrei fare qualcosa di nuovo. Come farebbe Federica De Denaro.