G’Day, il divertente preserale di La7 condotto da Geppi Cucciari, chiuderà i battenti venerdì 21 dicembre. Ma anzichè buttarsi in dichiarazioni malinconiche come è nello stile di molti conduttori a cui chiudono un programma, la comica sarda ha voluto prepararsi al congedo con i suoi amati telespettatori attraverso uno spassoso video nel quale ironizza sulla fine del mondo e della sua trasmissione. Al video si sono prestati quasi tutti i big di La7 e non solo, a partire da Enrico Mentana e Benedetta Parodi.
Il video (per vederlo clicca qui) inizia proprio con una finta edizione del TgLa7 di Enrico Mentana, che annuncia:
“Scalpore in tutto il mondo per la scoperta della vera profezia dei Maya: il 21 dicembre non crolla il mondo, non finisce il mondo, peggio: finisce un programma come G’Day. Vediamo subito i particolari nel servizio“.
Parte il servizio con la voce fuori campo annunciante che la profezia Maya riguarda la sparizione non del genere umano, bensì di un genere televisivo ed ecco la conduttrice circondata dalle domande dei cronisti appena uscita dal suo camerino. In qualità di esperto interviene il divulgatore scientifico Alessandro Cecchi Paone:
“Anche i Maya come tutti i popoli mesoamericani conteggiavano il passare del tempo con dei calendari lunghissimi che in alcuni casi arrivavano anche a 1.444.444 giorni; com’è noto, 4+4 fa 8, 8-1 dà 7, la settima lettera dell’alfabeto dà G, come G’Day, dunque la fine del mondo per i Maya era la conclusione di G’Day“.
Una teoria esilarante che fa il verso a quelle enunciate da esperti di dubbia autorevolezza come quelli interpellati da Voyager e Mistero quando si tratta di avallare tesi legate al catastrofismo (Roberto Giacobbo è stato forse il primo nella tv italiana a millantare tale teoria, rendendola identitaria con il suo programma), ma uno dei pregi di G’Day è anche quello di far regredire anche il vip più antipatico all’infanzia, rendendolo più simpatico alla sua platea. Basti pensare che Alessandro Cecchi Paone negli ultimi mesi si era inimicato con le sue uscite l’intera comunità gay italiana. Il filtro dell’ironia trasforma in cigni i brutti anattrocoli che infestano i paludosi salotti pomeridiani. Ma andiamo avanti col servizio.
La voce fuori campo ipotizza quali saranno i futuri scenari dopo la dipartita di G’Day ed elenca in sequenza la 57esima serie de L’Ispettore Barnaby, un contratto in esclusiva per i Tele Tubbies e lo slittamento di Benedetta Parodi, in realtà il più accreditato. E qui avviene una scena divertentissima. La conduttrice sta per infornare il suo piatto del giorno quando fa la sua comparsa Geppi Cucciari, che la minaccia con un mattarello:
“Benedetta, collabora e nessuno si farà del male, molto lentamente, molto molto lentamente. Lo farò sembrare un incidente, se hai capito tutto quello che ti ho detto, prendi un pomodoro e taglialo. Male“. (il mattarello le viene puntato al collo).
Successivamente, si parla dell’impatto che sui mercati avrebbe la chiusura di G’Day. Interviene Myrta Merlino de L’aria che tira, una delle ospiti più presenti al programma di Geppi:
“Mi dispiace dirvelo, ma la chiusura di G’Day sarà tremenda sull’economia mondiale. Io credo che ci sarà tutt’un effetto domino che parte di Paesi emergenti, il Brasile, l’India e la Cina e arriverà sui nostri mercati“.
Si torna indietro, con le fantateorie che prefigurano la fine del programma, come i cerchi del grano (in questo caso una Gi) e parla nuovamente Alessandro Cecchi Paone:
“Se osservate attentamente una piantina dello studio di G’Day, vedrete che corrisponde perfettamente all’ombra che viene prodotta dalla grande piramide nel momento in cui il sole segna le 13.30“.
Si ironizza anche sull’allarmismo lanciato dai giornali (compaiono le prime pagine del Corsera, Repubblica, la Gazzetta dello Sport, Chi), con la voce che ipotizza su un rifugio in convento della conduttrice, che sola in studio dichiara:
“Ma non è vero niente, è un periodo tranquillissimo, faccio un sacco di cose, vedo gente, mi incontro, sono davvero molto molto appagata“.
Si sentono gracchiare dei corvi e Geppi chiama Enrico (Mentana), scoprendo che non c’è.
Un piccolo capolavoro in attesa del gran finale.