Quante volte ci capita nel corso della giornata di seguire all’interno dei palinsesti televisivi degli spazi di media durata, dove uno o più presentatori cercano di convincerci della bontà di un prodotto? Innumerevoli potremmo dire, anzi ci è senz’altro consentito aggiungere che quello delle televendite, è un mondo che ormai fa parte della nostra vita, una vera e propria giungla attraverso cui il telecomando prova a districarsi.
Il mercato delle televendite in Italia ha raggiunto un’ampia fetta di pubblico solo di recente, un tempo le telepromozioni erano prerogativa delle sole emittenti locali, le quali tutt’ora basano una buona percentuale dei loro bilanci sugli introiti dati da questi spazi che in molti casi hanno reso celebri, al positivo ma anche al negativo, coloro che ne sono protagonisti.
Troppo spesso è capitato e purtroppo ancora accade, che in taluni casi le proposte contenute all’interno di questi programmi non siano così autentiche, facendo associare da un pubblico di natura diffidente quale quello italiano, il concetto di televendita alla truffa. E’ soprattutto per questo motivo che il nostro Paese è ancora gli albori rispetto ad un settore che all’estero, in particolare negli Stati Uniti e Gran Bretagna ma anche in Germania, è ben radicato.
Al giorno d’oggi però le cose stanno lentamente cambiando e il mercato comincia a dare i suoi frutti, il giro d’affari al momento si aggira intorno ai 300 milioni di euro, una ghiotta opportunità di guadagno che non poteva passare inosservata da chi fa della pubblicità il proprio fiore all’occhiello. E così oltre ai tradizionali spazi sulle tv nazionali all’interno dei palinsesti televisivi, da qualche anno sono apparsi dei veri e propri canali che propongono h24 prodotti di ogni genere, l’esempio più lampante è il network Puntoshop, che oltre a una proposta costante sul satellite, si serve di “finestre” su parecchi network nazionali e locali oltre a una catena di negozi in franchising.
Da qualche anno anche Mediaset con il marchio Mediashopping, ha deciso di seguire l’esempio di Puntoshop, abbinando al canale televisivo visibile sul digitale terrestre e Sky, delle brevi trasmissioni all’interno della programmazione delle propie reti e un network di negozi che consentono al cliente di toccare con mano ciò che in televisione può sembrare ma non essere, c’è da aggiungere che una volta passati al digitale nel 2012, la nuova tecnologia consentirà grazie all’interattività di fare acquisti direttamente con la tastiera del telecomando.
E’ il messaggio che già ora questi canali stanno lanciando, dando la possibilità al pubblico di fare acquisti senza inutili e spesso noiosi spostamenti. L’impressione è che si sia giunti a una svolta e che anche quello delle televendite sia un settore destinato ad espandersi assieme all’e-commerce altro ambito verso cui Mediaset in particolare, pare stia concentrando le sue risorse.
Bisogna aggiungere che quello delle televendite è un settore che ha subito una notevole accelerazione anche a causa di leggi che lo regolamentano alquanto lacunose e spesso eluse, il motivo per cui di recente la Commissione europea, ha avviato una procedura d’infrazione a carico dell’Italia. Forse non sarebbe male in un Paese dove si legifera tanto, che le regole qualche volta fossero anche rispettate.
Televendite: bisogna dire che puntoshop vende oggetti assolutamente inutili, o meglio, assolutamente non indispensabili. le cosiddette reti locali, vendono prodotti tipo aspirapolveri, perntole materassi, ecc. beh, chi è della vecchia scuola sa berne che se si vuole comprare una batteria di pentole, conviene rivolgersi ad una nota televendita; chi vuole un buon aspirapolvere altrettanto. gli oggetti-truffa sono generalmente i preziosi e tutte le creme o farmaci. Insomma dò un voto positivo alle televendite, a patto che, come nel caso di mediashopping, non siano onnipresenti!!!