Finalmente un Reality dove si parla di reality. Paradossale ma vero, reality è sempre più sinonimo di fiction. Qui il titolo non deve ingannare: niente isole, niente circhi nè case più o meno (soprattutto meno) isolate dal mondo.
Vediamo dunque le cose come stanno, e non le cose di tutti i giorni, per una domenica sera rilassata, ma le cose vere, anche quelle brutte, per coloro che la domenica non vanno in giro alla ricerca di auspicabili amnesie rispetto al peso settimanale.
La droga e i giovani, sembra quasi il titolo di un vecchio film , da ricordare quasi con affetto. Ne sentiamo parlare ogni tanto un pò ovunque, chi di noi lavora nel sociale se ne occupa in modo diretto ed ha modo di vedere di cosa si tratta, il restante “9x %” non ha idea di cosa sia in realtà, a meno che non ci sia dentro, e a quel punto è peggio.
Reality, un altro centro fatto da La7, in onda la domenica sera alle 23:45, si tuffa in un’accurata indagine sul rapporto tra la musica techno e la droga. E lo fa attraverso le parole concitate di chi in quell’ambiente ci sguazza davvero, volente o (ormai) nolente.
Dura da accettare la faccenda, ma è così. Reality ce lo sbatte in faccia questo chilo e mezzo di ignoranza, questo senso di mancata appartenenza a un mondo che per alcuni di noi è molto lontrano.
i servizi sono costruiti su immagini reali e sulle parole reali di chi vive il dramma. I giovani parlano senza remore, gli intervistatori quasi non si vedono, per rendere minima la loro ionterferenza sulla qualità dell’informazione. Un atteggiamento pregevole.
Ci concentriamo sulle parole di chi ci racconta il vissuto. Sentiamo la voce di una ragazza che chiede se abbiamo delle cocaina. Si, perchè la telecamera entra dentro i luoghi dei misfatti, nessuno si vergogna a parlare di cose di cui non ci si deve vergognare, ma che vanno definitivamente affrontate. Stupida cecità di ieri e di oggi.
Il rischio è quello di offendere un pezzettino di morale, ma chi se ne frega, le cose vanno raccontate. Un prezzo da pagare ridicolo, e poi “morale” è una parola dal significato fumoso oggi.
I servizi sono reali, sono estremamente convincenti e assolutamente privi di imbellettamenti e di decorazioni. La voce dello speaker si limita a raccontare qualche informazione di contorno, introduttiva, a ciò che rappresenta l’argomento centrale trattato, senza scendere nei particolari che ci vengono schiettamente raccontati dai protagonisti.
Poi si piomba in Tibet, dove la complessa situazione politica da vita a episodi sempre più drammatici. Come diceva Corrado Guzzanti in Rieducational Channel: lo sapevate? Io non molto. Reality ci offre una possibilità di approfondire temi di attualità, anche di politica, cercando di spiegarci in poche parole ciò a cui siamo sottoposti in modo frammentato a causa delle giornate vorticose.
E poi una cosa fantastica: domande, domande e domande. Reality pone delle domande, niente giudizi o affermazioni lapidarie. Ripeto, domande su domande. Di fronte alle affermazioni degli intervistati, di fronte a una Napoli con l’agricoltura rovinata, o a un ragazzo con problemi di dipendenza,di fronte a situazioni che letteralmente chiamano a voce alta i giudizi, Reality continua a porre domande.
E scusate se è poco.
La7 meriterebbe di sostituire le reti mediaset: forniusce una certa qualità e raramente scade nel banale.