Andrea Scrosati, vice president responsabile della programmazione cinema e intrattenimento Sky, intervistato da Il Giornale ha parlato dell’auditel, definendolo senza mezzi termini un sistema “vecchio“. Scrosati ha raccontato gli aspetti negativi e arretrati della società che misura gli ascolti televisivi e ha invitato tutti gli interessati, compresi i concorrenti Rai, Mediaset e La7, a discuterne con razionalità:
È venuto il momento di lasciar perdere guerre ideologiche e scontri tra guelfi e ghibellini che hanno rovinato il sistema tv italiano, e di sederci tutti con calma intorno a un tavolo.
In particolare secondo Scrosati bisogna superare l’attuale sistema di rilevamento che “rischia di essere, suo malgrado, indietro di ere geologiche e di raccontare solo una parte della storia“.
Il mutamento dovrà essere, prima di tutto, culturale:
Bisogna cambiare approccio culturale al problema. Il modo in cui ciascuno sceglie di guardare i programmi preferiti si modifica ad una velocità così elevata che necessita di un approccio egualmente veloce ed innovativo da parte di chi vuole misurarlo. Il sistema attuale è nato 25 anni fa. Inevitabilmente, soffre di un’impostazione non più al passo con questa innovazione.
Ed ancora:
Non abbiamo nulla contro i vertici Auditel, ma è giunto il momento di studiare altre formule: sarebbe davvero un fatto positivo se tutti i soggetti della tv italiana si incontrassero per discutere, costruttivamente, quali possano essere queste formule.
Ecco i punti più arretrati dell’attuale sistema, a giudizio di Scrosati:
Ci sono molti esempi: Sky ha lanciato Sky Go (visione dei programmi sui tablet e smartphone), ma oggi i dati di chi vede in mobilità non sono disponibili e ci vorrà tempo prima che lo siano. Però i consumatori non aspettano. E utilizzano già Sky Go in modo massiccio. Così questo sistema rischia di non raccontare le passioni e gli interessi proprio del segmento più dinamico e attivo della società. Ci sono programmi il cui successo è nato su piattaforme alternative alla tv. Se li si fosse valutati solo con i dati Auditel, magari non avrebbero avuto questa occasione. Un caso per tutti è I soliti idioti, sitcom di Mtv il cui boom è esploso in rete per poi diventare un fenomeno commerciale e di costume.
Questioni che Auditel sta già affrontando e, in parte, risolvendo.
Scrosati, infine, non ha formulato una vera e propria proposta concreta, lasciando “ai tecnici la risposta su quale possa essere il sistema più corretto”:
Di tecnici capaci e con grande visione nel nostro paese ce ne sono tanti, e molti siedono già nel comitato tecnico di Auditel. L’importante è che questo processo cominci senza preconcetti né difesa ad oltranza di posizioni precostituite da parte di nessuno.