Mauro Masi, intervistato da Il sabato settimanale, spiega le ragioni che lo hanno costretto a dimettersi dall’incarico di Direttore Generale della Rai. Masi chiarisce di non aver ricevuto nessuna pressione, la sua è stata una decisione esclusivamente personale:
Mi sono dimesso per scelta personale, non ci fu nessuna pressione esterna. Invece, le tensioni ci sono state, ma erano causate dalla sovraesposizione mediatica. Inoltre mi fu offerto l’incarico di Amministratore Delegato presso la Consap ( Concessionaria Servizi Assicurativi Pubblici) , ruolo che ad oggi ricopro, e accetta.
L’autore di Un nemico alla Rai, libro che ha scritto a quattro mani con Carlo Vulpio, respinge le accuse di censura nei confronti delle trasmissioni televisive “anti-Berlusconi”:
Quale censura? Con me sono andati in onda tutti i programmi televisivi.
Neanche quando viene tirata in ballo la sua famosa telefonata ad Annozero l’ex direttore parla di censura. Anzi. Fa sapere che si è trattato di una strumentalizzazione, in primis messa in atto da Santoro:
Santoro, certa politica e i media hanno strumentalizzato la mia telefonata. Il mio gesto fu dettato dalla buona fede. Mi pentii subito, perché a livello di comunicazione chi è in tv vince sempre su chi si inserisce dall’esterno. Io credo in una certa televisione e quella tv che in quel momento stava andando in onda non mi sembrava di qualità né corretta, sarebbe stata la stessa cosa se si fosse trattato di un altro argomento e di una fazione politica diversa . Era una tv che non mi sembrava opportuna nel modo e nello svolgimento. Io credo nell’ informazione di un certo tipo e nella qualità della comunicazione.
Durante l’intervista Masi fa sapere di non voler più parlare di Michele Santoro e delle sue trasmissioni. Salvo però dedicargli un intero capitolo – dal titolo Sant’oro – nel nuovo libro.
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