Mai per amore, una coproduzione Rai Fiction – Ciao Ragazzi, è una collana di quattro film per riflettere e approfondire un tema scottante e, purtroppo, sempre di grande attualità. Dietro la macchina da presa tre grandi registi per un cast di alto spessore artistico. Lilliana Cavani firma Troppo Amore che tratta la problematica dello stalking con Antonia Liskova e Massimo Poggio.
La pellicola racconta la storia di Livia e Umberto. Tra loro nasce un grande amore. Al principio è una storia come tante, ma poi lentamente l’amore dell’uomo diventa eccessivo, totale, ossessivo. E piano piano Umberto si impadronisce della vita di Livia fino al punto di distruggere la sua esistenza.
In questo episodio si affronta il delicatissimo tema dello stalking (un modo di impadronirsi della vittima, seguendone le tracce e i movimenti come in una caccia, e di legarla a sé, qualche volta fino alla morte) che è una delle forme di violenza sulle donne più sottili e dilanianti. Nel racconto viene mostrato come Umberto attraverso un lavoro lento ma implacabile, priva la sua donna della propria identità e della sua autonomia. Dapprima minando le sue certezze sul piano psicologico, arrivando a distruggere l’identità stessa della persona. Poi intervenendo sul piano fisico, limitando i suoi movimenti, isolandola, allontanandola dagli amici, dai parenti, perfino dal lavoro, per averla completamente in suo potere.
Ed è inevitabile seguire anche il percorso di Livia che, ricattata dalle dichiarazioni d’amore assoluto di Umberto, spaventata e blandita, non riesce a capire la trappola che le è stata tesa, ma poi, faticosamente, prende coscienza e si libera, anche mettendo in discussione il suo ruolo di donna, così come viene percepito normalmente dalla società che la circonda. Quella che al principio sembra una semplice storia d’amore, si trasforma gradualmente nel racconto dell’ossessione di un cacciatore che insegue la sua preda, pronto a divorarla, in un estremo gesto di amore malato.