Quarto Grado spegne due candeline. Il programma tv, che racconta (in maniera morbosa) casi di cronaca irrisolti, esattamente due anni fa apriva i battenti nella domenica sera di Rete4 con scarsissimi risultati. Di acqua sotto i ponti ne è passata, tanto che oggi Quarto Grado è diventato il programma di punta della rete diretta da Giuseppe Feyles.
Salvo Sottile, intervistato da Libero, ha dichiarato che inizialmente aveva molti dubbi sul prendere parte al progetto:
Quarto Grado è stata una scommessa di Mediaset e di Videonews, la testata giornalistica che si è assunta il compito di raccontare storie in un modo diverso da come il pubblico di Rete4 era abituato. Io stesso non mi sentivo adatto, ma ho avuto piena fiducia da parte dell’editore. E poi mi sono avvalso dell’aiuto del vicedirettore Siria Magri e di Sabrina Scampini.
Lo spartiacque per Quarto Grado è stato l’omicidio di Sara Scazzi, proprio questo caso di cronaca ha permesso alla trasmissione di evitare la chiusura e ottenere straordinari risultati di ascolto. Sottile, però, ritiene che la trasmissione ha iniziato a decollare per merito della diretta:
Registravamo le puntate, il che ci impediva di raccontare i fatti nel momento in cui si svolgevano. Ci mancava la freschezza. Quando ce ne siamo accorti abbiamo optato per la diretta, ottenendo subito risultati migliori. E siamo stati da storie che il pubblico ha seguito con curiosità crescente: non parlo solo di Sara Scazzi, ma anche Yara Gambirasio e Melania Rea.
L’ex giornalista del Tg5 ha parlato anche della sua partecipazione a Panariello non esiste:
Giorgio è mio amico: ho subito accettato quando mi ha chiesto di fare lo sketch di Italia’s got killer. Mi sono divertito a fare il talent scout degli assassini : non amo prendermi troppo sul serio e a Quarto Grado non ho mai la possibilità di ridere.
Se Sottile vuole ridere perché non ingaggia qualcuno per fare le imitazioni dei protagonisti dei fatti di cronaca a mo’ di Mai dire Grande Fratello? Tanto a Quarto Grado il rispetto per le vittime non è di casa.
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