Doppia durata equivale a doppio divertimento? No, se parliamo della versione extended di G’ Day. Purtroppo la prima puntata è stata tutto purché scorrevole. Uggiosa, se proprio vogliamo dare una definizione precisa precisa. Il limite principale è evidente e lampante: la durata. Ma questo non è bastato perché c’è da dire che gli ingredienti usati per allungare il brodo non sono sati di certo dei migliori.
Michele Cucuzza nei panni di inviato è forse una delle cose francamente più evitabili. Forse l’idea è nata come sfottò ai collegamenti di La vita in diretta (“Michele!!!”), ma quello che ne è venuto fuori è qualcosa di eccessivamente forzato.
La ricerca degli opinionisti che nelle scorse settimane faceva pregustare momenti esilaranti si è rivelata una delusione cocente. Quelli presenti in studio sono dei veri opinionisti che si prendono maledettamente sul serio. Bravi nell’arte del bla bla bla come solo quelli di Domenica In sanno fare.
Neanche uno dei momenti più attesi come la telefonata con il pubblico da casa ha dato soddisfazione. Nella puntata odierna l’unica mandata in onda è stata liquidata anche con una certa celerità.
Inoltre bisogna far notare i numerosi problemi tecnici che hanno spezzato completamente il ritmo (già abbondantemente compromesso dalle lungaggini), gli ospiti Renato Mannheimer e Giovanni Floris che hanno pagato lo scotto di fare da “cavie” a questo nuovo formato, lo studio allargato che dà l’impressione di essere low cost a mo’ di tv locale e poi Geppi Cucciari. Geppi Cucciari deve necessariamente rodarsi e rodare il nuovo G’ Day, le sue battute taglienti non sono mancate ma di certo se si fa un paragone con le puntate di settimana scorsa oggi è apparsa con il freno a mano tirato.
Siamo sicuri che G’ Day può trasformare questo limite che ora si chiama durata in uno dei suoi pregi.