Abbiamo intervistato Ilaria Stagni, che da tantissimi anni presta la sua voce a Bart, la piccola peste de I Simpson. Alla famosa doppiatrice abbiamo chiesto i motivi che l’hanno spinta a “ribellarsi” (assieme alla collega Liù Bosisio) alla decisione di Mediaset di una decurtazione del compenso per il doppiaggio della serie tv Fox.
Come le è stato comunicato il taglio di stipendio?
Il taglio di “stipendio”, se si può dire così è arrivato con una freddissima raccomandata con ricevuta di ritorno dalla Sedif società che edita i Simpson da 4 anni. Dove in pratica ci informavano che dalla prossima stagione il nostro compenso, una maggiorazione sul contratto nazionale del lavoro, ottenuta dopo 25 anni di collaborazione, sarebbe stato “scontato” del 70 % circa, in seguito ad una politica aziendale di tagli di Mediaset. Se non avessimo accettato entro 10 giorni si sarebbe provveduto a fare i provini.
Lei e Liù Bosisio siete state le uniche doppiatrici de I Simpson a ribellarvi al decurtamento del vostro compenso. Come mai non c’è stato un fronte compatto contro questa decisione?
Così, come se non contassero niente i 25 anni di lavoro su una serie che è molto amata sia da noi che da migliaia di persone, anzi milioni, senza il minimo rispetto ne’ per loro ne’ per noi. L’amarezza più grande pero’ è vedere che non c’è stata unione in questa piccola battaglia, difatti il Sig. Tonino Accolla sta facendo tranquillamente i provini per sostituirci e Monica Ward ha accettato. L’unica vera soddisfazione sono le migliaia di mail dei fans, che spero provvedano anche a mandare a Mediaset e Fox e molte nostre colleghe che si rifiutano di andare a fare il provino.
C’è possibilità che lo strappo venga ricucito nei prossimi giorni?
Non è solo una mera questione di soldi, è il rispetto per una categoria che ultimamente viene vessata a continuo discapito della qualità. C’è anche da considerare che noi non percepiamo nulla come diritti su dvd, continue repliche a tappeto della serie, il nostro dovuto è solo la maggiorazione in sala. Quindi la nostra è una protesta non solo per noi, ma per le future generazioni di doppiatori e per il rispetto che dovrebbe essere dovuto a professionisti che lavorano da tanti anni. Speriamo che il Sig. Matt Groening, che ci ha scelto 25 anni fa, venga informato, e dica qualcosa dall’America.