E’ ancora incerto il destino degli attori americani, dopo il mancato rinnovo del contratti: lo sciopero, minacciato per il due gennaio, dovrebbe slittare a dopo il 13, quando ci sarà un incontro d’emergenza della Sag, perché stanno aumentando coloro che non vogliono scioperare.
Il sindacato, effettivamente, inizia ad essere spaccato in due: da una parte i si con oltre 2300 firmatari (come Laura Dern, Mel Gibson, Hal Holbrook, Holly Hunter, Matthew Madine, sandra Oh e Martin Sheen), che sostengono che le Majors vogliano approfittare della crisi economica, per prendere tempo e non modificare il contratto (gli attori come è noto vogliono dei privilegi anche sui nuovi media e le piattaforme digitali), dall’altra il fronte del no con oltre 1400 firmatari (tra cui: George Clooney, Russell Crowe, Matt Damon, Sally Field, Tom Hanks, Julianne Moore, Robert Redford, John e Ann Cusack, Jeff Garlin, George Lopez, Virginia Madsen, Susan Sarandon e Charlie Sheen) appoggiato dagli addetti alle location, i tecnici e altri lavoratori, che temono di rimanere senza lavoro.
Lo sciopero si può fare solo se il quorum di sì è pari al 75% e vista la situazione è difficile arrivarci. Tra l’altro, come sottolinea Allen, queste divisioni non aiutano gli attori ad ottenere il giusto contratto e un voto favorevole non vorrebbe dire sciopero, ma solo più peso nella contrattazione con l’AMPTP.