L’attuale direttore del Tg1, Augusto Minzolini, sembra non essere intenzionato a mollare il suo posto nonostante il rinvio a giudizio dei giorni scorsi. A Tgcom24, il giornalista ha espresso tutta la sua rabbia per una rimozione alquanto ingiustificata:
Queste cose qui hanno i loro tempi, ma per me è una porcata, un rituale mediatico giudiziario a sfondo politico. Spero che alla fine non sia complice chi ha denunciato tante volte operazioni di questo tipo. Non parlo di complotto ma ci sono meccanismi in questo Paese che sono paradossali. Senza ancora un primo grado di giudizio non si può fare nulla. È un meccanismo perverso. Quando ho lasciato la collaborazione con Panorama mi è stata data una carta di credito che è stata chiamata di benefit compensativo, io ho sempre mandato le ricevuto ma a un certo punto mi hanno detto che quel benefit non era compatibile e avrei dovuto mettere nelle ricevute dei pranzi i nomi dei commensali. Dov’è finita la privacy? In ogni caso potevano dirmelo prima e mi sarei comportato di conseguenza. Indagando sulle procedure ho scoperto che esisteva una circolare del 2003 fatta dal DG Cattaneo che prevedeva di inserire i nomi ma nella prassi non veniva seguita. Io quindi devo pagare per non aver fatto una cosa che nessuno prima di me ha fatto.
Dopo l’uscita di scena di Giulio Anselmi e Mario Calabresi, il Fatto Quotidiano punta su Mario Orfeo, Marcello Sorgi e Massimo Franco per ricoprire il suo ruolo. Resta, però, in piedi l’ipotesi di un interim di tre mesi per Alberto Maccari.