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Sanremo 2011: vince la cultura, da Roberto Vecchioni a Roberto Benigni

Ottavo appuntamento del 2011 con Riccardo Cresci: il giornalista, volto giovane noto al pubblico di Sky Tg 24, oggi fa le proprie considerazioni sul Festival di Sanremo 2011 appena andato in soffitta.

Vince la cultura, la voglia di risanare gli animi perduti dalle troppe volgarità e superficialità della televisione degli ultimi tempi. Viene incoronato a Sanremo il cantautore, uno dei più grandi che la nostra Italia può annoverare, il Professore. Roberto Vecchioni vince questa 61° edizione del Festival di Sanremo all’unanimità, senza troppe critiche, era giusto così, come se si fosse saputo già dall’inizio. Un po’ per un premio alla carriera cercato, un po’ perché la canzone parla della vera essenza dell’amore, ma questa è stata una vittoria cercata, già dal principio.

Come se si avesse voluto ristabilire l’ordine anche nella manifestazione canora televisiva più importante del nostro Paese, l’Italia si vuole riscattare, non ci sta ad essere additata come popolazione ignorante, frivola e vana, bisogna voltare pagina, forse si ricomincia da Sanremo? Fatto sta che la canzone “Chiamami ancora amore” sì, entra in testa, ma ha anche un significato profondo, non è il classico ritornello alla “du du du da da da”, c’è molto altro nascosto nel testo.

Un Festival di Sanremo casalingo, da tempo preparato e invece sembrava quasi improvvisato, un mix di gaffe, doppi sensi non capiti, tempistica sbagliata, ma soprattutto un ritmo che non è mai arrivato su quel palco. Quasi per miracolo i dati auditel hanno sempre premiato la kermesse, quasi senza spiegazione, più di qualche volta è stato difficile riprendere l’attenzione del momento e seguire il programma dall’inizio alla fine, unici momenti di riassetto pupillare, sono stati quelli coloriti da Belen Rodriguez.

Lo ammetto, sarò banale, ripetitivo, l’hanno detto e scritto tutti, ma quella ragazza acqua e sapone, dallo stile un po’ semplice e scanzonato ha bucato il video ed intrecciato milioni di cuori Italiani. Belen è stata brava, prima che bella, sveglia, veloce ed intuitiva. Una ragazza che non ha voluto giocare a fare la Diva, non ha recitato ed è riuscita ad essere semplicemente se stessa, il Festival di Sanremo quest’anno l’ha vinto lei. Una disinvoltura su quel palco da far invidia anche a Pippone Nazionale, camminava ed interveniva riuscendo a riprendere al volo varie situazioni alla deriva, come se lo avesse sempre fatto. Ha salvato attimi di vero panico mediatico, tra silenzi, intoppi e ritardi imputabili anche al sempreverde ragazzo Gianni Morandi. Gli anni passano, ma Morandi conserva la sua verve, la freschezza che lo fa ben volere da tutti, non importa se sbaglia, se non è portato poi tanto alla conduzione televisiva, l’importante è far compagnia nelle case degli Italiani a modo suo.

Questo è piaciuto, l’assenza di finzione, sembrava tutto poco organizzato, come se presentato a casa propria, molto meno architettato di alcuni Sanremo passati, dove tutto era estremamente non dettato dal caso. Forse il successo di una trasmissione è proprio questo, lasciare correre ed essere semplicemente sinceri e divertenti, non fingere, non darla a bere a chi ci guarda mentendo spudoratamente o recitando il falso. Chissà, poi magari sbaglio, ma il messaggio che ho ricevuto a casa era proprio questo, magari qualche scazzo ci sarà pur stato dietro le quinte, ma tutto sommato non era poi così evidente. Luca e Paolo hanno vestito in pieno il ruolo di birichini guastafeste burloni, come quando la professoressa buttava fuori dalla classe i più vivaci e fannulloni, ecco a distanza di anni le situazioni sono poco cambiate, lo erano prima e lo sono anche ora. Hanno adempito al loro dovere, superandolo, sono stati i diavoletti con il forcone in mano, pronti a puntellare politici e personaggi a loro sotto tiro, bravi attori che hanno mostrato di saper bene lavorare in coppia. Unica nota fuori dal coro Elisabetta Canalis, sembrava passare per caso da quelle parti, magari non era molto interessata a ciò che accadeva, dagli Oscar a Sanremo, forse l’ha trovata come una caduta di stile, però le sue sensazioni ed emozioni non sono arrivate aldilà delle sue super acconciature stellari. Non ha saputo trasmettere sentimenti e sensibilità, sembrava tutto quasi costruito ad arte, oppure semplicemente studiato per cercare di essere più naturale possibile. Non si è capito il perché, ma tutto il pubblico si aspettava da lei qualcosa in più che non è arrivato, giunto invece da chi nessuno se lo aspettava, vedi Belen. Sorprese gradite e amare realtà hanno contraddistinto questi giorni Sanremesi che sono scivolati via tra polemiche e sorsi di pura benefica cultura, non ultimo l’intervento del “Mostro” Roberto Benigni, peccato non averlo visto per più tempo in una trasmissione a lui dedicata, magari poteva istruirci per bene in un lasso di tempo maggiore e in un contesto forse più idoneo, ma non voglio ripetermi, ho già dato sulla mia pagina personale di facebook. Sanremo sta diventando anno dopo anno un miscuglio nazionalpopolare dove le canzoni sono solo il contorno di ciò che accade realmente, non è più da tempo, purtroppo, il Festival della Canzone Italiana, ormai potremmo cambiargli il titolo tramutandolo in Sanremo, Festival del Carrozzone Italiano, dove c’è un po’ di tutto, una paranza, che puntualmente mette d’accordo quasi nessuno e magari è proprio questa la magia di Sanremo, non essere più Sanremo.

Cresci con Riccardo continua …

2 commenti su “Sanremo 2011: vince la cultura, da Roberto Vecchioni a Roberto Benigni”

  1. …………………….”vince la cultura, da Roberto Vecchioni a Roberto Benigni “…….

    Vince la cultura basso popolare di una sinistra povera e perdente che compra trofei nei pochi piccoli inutili spazi che le rimangono. Vergogna

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  2. condivido le considerazioni di Riccardo Cresci. Il festival quest’anno è stato diverso e seguito da tutti perchè ha saputo trasmettere con umanità che si può essere grandi senza falsità con sbagli, pause, disorientamenti e quant’altro come d’altronde è l’umano.Anche i testi delle canzoni erano piene di parole che toccavano l’animo. Roberto Vecchioni un grande da sempre e, con: “Chiamani ancora amore” ha spalancato le porte per fare entrare l’amore in quei cuori padroni del dolore e cosa dire dell’interpretazione? Mi ha fatto piangere e sorridere con la sensazione di essere dentro alla canzone, sarà che sono una
    antica sognatrice con sani sentimenti,scrivo poesie e amo l’amore, ma…quell’amore per tutti e verso tutti e concludo con: chiamiamoci amore e buona vita.

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