Nemmeno gli ascolti ai minimi storici del Tg1 (domenica scorsa, il telegiornale della rete ammiraglia Rai ha ottenuto un negativo distacco record di quasi cinque punti percentuali portando a casa, nell’edizione delle 20, il 16.08% di share contro il 20.41% del Tg5 di Mimun) hanno spinto il direttore Augusto Minzolini ad un’analisi critica sul suo lavoro (Fonte TMNews):
Siamo chiari: non si è mai vista una fiera dell’ipocrisia, della faziosità e tante strumentalizzazioni come in questa occasione. L’anno scorso questo Tg ha perso una sola volta rispetto alla concorrenza (per ritrovare un’analoga performance bisogna tornare al 1999, un’altra era televisiva) quest`anno cinque volte. Si parla di problema del Tg1 quando il mio predecessore, che ha ricoperto l’interim nel periodo di transizione, ha perso 20 volte e Gianni Riotta, persona che io stimo, in due anni ha perso otto volte pur avendo un pre-serale più competitivo dell`attuale che comincia avere i suoi anni (nelle ultime 4 settimane siamo partiti spesso, dato assolutamente inconcepibile fino a pochi mesi fa) e malgrado questo siamo riusciti a difendere il primato. Questo significa che c’è un grado di strumentalità elevato nei commenti negativi di oggi che puntano a creare le condizioni per rimuovere il sottoscritto per ragioni squisitamente politiche.
Ha aggiunto:
Sono anni che il giorno in cui Raiuno trasmette il Gran Premio del Brasile di Formula 1, con annesso l’inutile programma di commenti fine gara, il Tg1 perde la gara di ascolti con il Tg5 perché al posto del traino pre-serale ‘L’eredità ’ ha un handicap pre-serale. E’ successo nel 2009, nel 2010 (unica sconfitta del Tg1 in quell’anno), si è ripetuto quest’anno. Non è avvenuto nel 2007 e nel 2008 solo perché il Gran premio, che cominciava un’ora dopo, finiva a ridosso del tg (per cui era un ottimo traino) e non c’era l’inutile trasmissione di commento. Ebbene quest’anno, forte dell’esperienza maturata, due giorni fa ho posto il problema alla direzione palinsesto, ho insistito, ma non c’è stato niente da fare per cui ho avvertito i dirigenti che andavamo incontro ad una sconfitta annunciata di cui non mi sento responsabile ma semmai vittima.
Ha proseguito:
Anzi debbo dire che l’handicap è stato un peso ancor più gravoso del previsto (l’anno scorso dopo il noioso commento era stato inserito un concerto di Biagio Antonacci per le Forze armate) per due motivi: innanzitutto perché l’attenzione per un gran premio di un campionato già deciso da due settimane non poteva che essere bassa nella platea degli spettatori. Ed inoltre, la gara, visto che le classifiche erano già determinate, non ha avuto colpi di scena. Tant’è che alle 19,30 Raiuno faceva segnare un ascolto del 7% salito all`8 poco prima del Tg1.
Ha concluso:
Abbiamo recuperato dieci punti e non sono pochi visto l’affollamento di presenze che c’è nella fascia di programmazione che va dalle 20 alle 20,30. Ma i problemi sono altri a partire da inerzia e scarsa flessibilità dell’aziendache seppure avvertita per tempo non ha trovato una soluzione come quella, ad esempio, suggerita dal sottoscritto di portare la trasmissione di commento su un’altra rete.
Il Cdr del Tg1 ha affidato ad un comunicato le proprie preoccupazione per la gestione Minzolini:
E’ il punto più basso nella storia del Tg1. Ed è un delitto annunciato. Faccio un appello al presidente e al direttore generale perché prendano provvedimenti immediati per rilanciare quello che vogliamo continui ad essere il primo telegiornale italiano.
L’on. Giorgio Merlo del Pd, vicepresidente della commissione di Vigilanza Rai, vuole chiarezza:
Adesso per il Tg1 serve una svolta. Senza sterili polemiche personali, la principale testata giornalistica della Rai non può continuare a sbandare perdendo ascolti e autorevolezza e favorendo, di fatto, la concorrenza.
Della stessa opinione, anche Nino Rizzo Nervo:
Da tempo immemorabile denuncio la situazione disastrosa in cui versa quella che una volta era la testata ‘ammiraglia’ della televisione italiana, pubblica e privata, ormai sull’orlo di una crisi senza ritorno. Sinora il vertice della Rai si è cucito gli occhi, tuttavia spero ancora in un sussulto di dignità e orgoglio aziendali. E’ sempre meglio tardi che mai.
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