A far decidere a Michele Santoro di chiudere il rapporto con la Rai è stata la decisione dell’azienda di ricorrere in cassazione contro la sentenza del 26 gennaio 2005 (quella che costringeva la televisione pubblica a dare al conduttore un programma in prima serata). A riverlarlo è il Corriere della sera che riporta un virgolettato del giornalista:
Ragazzi, non potevo continuare a lavorare accerchiato come il generale Custer. Non si può vivere bene in un’azienda che ti considera un nemico interno. Se digito il mio nome sulla banca dati Rai esce fuori l’espressione “in causa”.
Il ragionamento di Michele Santoro è semplice: nonostante gli ascolti di Annozero vadano benissimo (ogni puntata rende in media 350.000 euro, centomila di questi solo perché Raidue propone il suo programma d’approfondimento, che per i pubblicitari è ormai una garanzia) la Rai continua a remargli contro:
Allora, invece di avere appoggio, aiuti, sostegno dai vertici Rai ti arriva il ricorso in Cassazione. Io mi sarei aspettato ben altro. Cioè la proposta di trovare un accordo e chiudere il contenzioso giudiziario, dopo un’annata così. Al contrario, dovrei aspettare altri tre anni… Come posso lavorare così?
Intanto dalla Rai fanno sapere che le cifre dell’accordo annunciate (10 milioni di euro) non corrispondono alla realtà.