Massimo Giletti, in un’intervista pubblicata stamane su La Stampa rivendica il successo della sua Arena, da dieci anni in onda nel pomeriggio domenicale di Raiuno, e si dice pronto ad un programma in prime time. Giletti, auspica un cambiamento di titolo per il suo programma:
Mi piacerebbe Rabi’a, che in arabo significa primavera.
Infatti, secondo il giornalista torinese da qualche tempo L’Arena ha cambiato toni:
E’ da tre anni almeno che abbiamo deciso di abbassare i toni. E gli ascolti ci hanno premiato.
Giletti non lesina le cifre: “media di 4 milioni di spettatori, 22% di share” e per ribadire la scelta di sobrietà, ammette di aver rinunciato a Vittorio Sgarbi, polemista televisivo:
Ho scelto di rinunciare alla sua intelligenza e al suo argomentare acceso. Abbiamo cambiato marcia. Non cerco la violenza dialettica precostituita, nè l’alimento. Il confronto puà essere forte, ma almeno lo sia su temi seri, non futili. Più che un gladiatore in un’arena, mi piace considerarmi un nocchiero che guida la nave. Un conduttore che va a sottrarre.
In merito al ridimensionato, per calo di ascolti, di Domenica Cinque, Giletti mantiene la diplomazia:
Gioire perché qualcun altro è in difficoltà non è elegante. Noi abbiamo fatto ascolti forti, quindi è chiaro che siamo una concausa. Sono anche dovuti passare da tre blocchi pubblicitari a uno, per contrastarci. Brachino ha puntato tutto sulla cronaca nera, che andava benissimo la scorsa stagione. Ma le annate cambiano.
Il futuro, infine. Se Giletti dice no al pacchetto digitale di nicchia perché “ai numeri ci tengo“, afferma di essere pronto per l’avventura in prima serata:
Mi sento pronto per la fascia serale. E lo spazio ci sarebbe per un programma di scuola minoliana
E l’ultima speranza è per la messa in onda del documentario da lui realizzato in Afghanistan:
Ho fatto un documentario, spero me lo trasmettano, magari in una seconda serata.
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