La sensazione è che detesti terribilmente il suo compagno di conduzione Luca Telese. Ma lei, Luisella Costamagna, che in passato ha collaborato con Michele Santoro e con Maurizio Costanzo, invece si limita a parlare di “frecciatine virate all’ironia“. Lei Fata Turchina per Telese, lui Pinocchio per la Costamagna (“A volte lui si offendo un po’, come quando l’ho chiamato Pinocchio” rivela la giornalista); la giornalista piemontese non se la sente di attaccare le veline, ma ammette che il problema è reale:
L’immaginario del femminile si declina in calendari, belle gnocche e veline.
Nell’intervista pubblicata oggi dal quotidiano Libero, Luisella Costamagna volto di In onda, ogni sera su La7, non si esime da un analisi politica che definisce, citando Flaiano, “complicata ma non seria” perché alla fine non cambia niente:
Io stessa ho l’impressione di porre le medesime domande dell’anno scorso: siamo alla fine del berlusconismo? La maggioranza si spacca? Si andrà a elezioni anticipate?
La Costamagna, in seguito, ammette che la svolta in positivo (per gli ascolti) in La7 è stata data dall’approdo di Enrico Mentana al telegiornale; e lancia un velata accusa, probabilmente rivolta al precedente direttore del Tg, Antonello Piroso:
Ad accendere il canale è stato soprattutto Enrico Mentana: i programmi funzionano nella misura in cui ci sono dei professionisti alla guida. E in questi anni gli improvvisati sono stati diversi…
Certo, ammette la giornalista, l’arrivo di Michele Santoro avrebbe “ulteriormente illuminato la rete“, ma delle polemiche sorte proprio tra il giornalista salernitano e il direttore del TgLa7 “non voglio sapere né parlare“.
La Costamagna ha anche espresso la sua idea sui motivi della diffusa fuga di professionisti dal servizio pubblico televisivo:
La politica esercita un controllo molto forte sulla Rai. Spesso non si sceglie di andar via: si è costretti. Anche perché non esiste un mercato così aperto nella tv italiana.
Infine, la tentazione della cronaca nera, della quale già si occupò lavorando per Santoro:
Mi piace molto ma non condivido l’approccio emotivo al genere.
Insomma, meglio Carlo Lucarelli piuttosto che Quarto Grado, il quale su Avetrana ha praticato “un’insistenza quasi patologica“. Come darle torto?