Giuseppe Pollicelli su Libero di oggi analizza il successo di ascolti di Da Da Da, il programma che ogni sera su Raiuno, dopo il Tg1, riesce a totalizzare tra i 4 e i 5 milioni di spettatori e il 30% di share, solamente montando video amarcord del passato tratti dalle Teche Rai. Il giornalista spiega:
Il salto di qualità compiuto da Da Da Da si deve probabilmente a due fattori: la decisione di optare per la monotematicità, per cui ogni puntata è imperniata su un medesimo argomento (Il denaro, l’amore di coppia, il gioco, ecc.) e la scelta di effettuare finalmente una vera operazione di recupero di matriali rari e rarissimi, evitando di limitarsi alla riproposizione dei soliti (e inevitabili) noti.
Secondo Pollicelli il successo del programma ci dice due cose:
Che siamo un popolo ripiegato su sé stesso e che cerca nel passato una consolazione alle angosce del presente; dall’altro evidenzia come la qualità media della televisione sia oggi, in Italia, sensibilmente inferiore a quella di un tempo.
e’ un programma eccezionale. Continuate!!!!
E’ il solo programma che mi incolla alla televisione per tre quarti d’ra.
Spesso mi chiedo, e con me molti telespettatori, se per caso è esistito un certo cantante di nome Luciano Tajoli, completamente scomparso o cancellato dalle teche RAI. D’altronde questo fantomatico cantante gi’ in vita era stato ritenuto dalla RAI antiestetico e quindi imprensabile. Un divieto che si era esteso a partecipazione come il Festival di Sanremo. Evidentemente questa censura è ancora valida tant’è che in DADADA continua la sua costante non apparizione. Eppure è stato uno dei grandi interpreti della canzone italiana, tanto da avere, in vita, all’estero strade a lui intestete. Per lui era stata coniato lo slogan, il “Beniamino Gigli della canzone”. Purtroppo tutto andato nel dimenticatoio.
Così la trasmissione a volte diventa una passerella di illustri sconosciuti o uno show di Renato Zero, immancabilmente presente.